Cultura

Goldoni, Tammacco e i pettegolezzi delle donne

La Redazione
Il regista ci guida nell'ultima delle sedici commedie del celebre autore veneziano.
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“I pettegolezzi delle donne” rappresentarono per Goldoni l’ultimo sforzo di scrittura drammatica intrapreso per propria volontà tra il 1750 ed il ‘51.
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rnL’ultima delle sedici commedie, appunto quella di cui si tratta, la più breve, andò in scena il 23 febbraio 1751 come chiusura del carnevale veneziano, riscuotendo un successo straordinario.
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rnCosì Goldoni racconta nelle sue Memorie: “Era la penultima domenica di carnevale. In dieci giorni bisognava creare una commedia, stenderla, provarla, per finire la serie delle sedici promesse, e non avevo scritto un verso né abbozzato in testa nulla di nulla.
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rnCosì quella domenica esco tranquillamente di casa, vado in Piazza San Marco, in quel meraviglioso palcoscenico della vita veneziana, e osservo se qualche maschera o ciarlatano mi dicano il soggetto d’una commedia. Sotto l’arco dell’Orologio m’imbatto appunto di un vecchio Armeno, mal vestito, sudicio, sporco, con una lunga barba, che girava le strade di Venezia vendendo frutta secche dè suoi paesi da lui chiamate Abagiggi. Quest’uomo che avevo già incontrato più volte, era così noto e deriso, che volendo burlarsi di una giovine in cerca di marito, le si proponeva Abagigi. N’ebbi d’avanzo per tornarmene a casa contentissimo
”.
rn* (Memorie, parte II, cap.XI-Della vita e dell’arte di Goldoni).
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rn«Trattare Goldoni da un punto di vista registico – spiega Tammacco – non è facile.
rnLo spettacolo di costume spesso travolge le dinamiche ritmiche a vantaggio dei ridondanti passaggi scritturali e recitativi del tempo.
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rnHo voluto dunque, com’è mio solito, sperimentare con gli allievi, ad un passo dal professionismo, una regia “a corpo libero”, una vera palestra del Teatro classico autorevole, allo stesso modo d’un corridore che si cimenti con un sentiero fuori dalla sua portata.
rnProcedendo con lanterna e bastone, abbiamo creato uno spettacolo decisamente brillante, caricato in alcuni aspetti nei caratteri dei personaggi della Commedia dell’arte di cui Goldoni fu rivoluzionario riformatore, ponendo gli attori ai limiti talvolta delle “agnizioni” da telenovela.
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rnSi tratta di uno spettacolo davvero composito, con musica dal vivo originale, danza e prosa.
rnSono davvero orgoglioso per i miei allievi che hanno lavorato in modo estremamente professionale. Nove mesi duri per affrontare un testo goldoniano vivace e frizzante in veneziano settecentesco.
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rnUn regia fluida pensata per approfondire tutti gli aspetti psicologici dei personaggi, le atmosfere veneziane del tempo; che valorizza gli attori nelle loro abilità recitative,attraverso dinamiche brillanti, nel rispetto della comicità tipica della Commedia dell’arte.
rnSe si pensa poi al corso tenuto da Matteo Altomare sulla costruzione delle maschere in cartapesta (le stesse che gli allievi indosseranno durante lo spettacolo), si capisce quanto lavoro ci sia dietro le due ore performative.
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rnIl pubblico coglierà dunque l’aspetto sostanziale della commedia goldoniana deliziandosi dei pettegolezzi e dei colpi di scena, dei balletti coreografati da Emiliana Pappagallo e delle musiche originali di Federico Ancona.
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rnLanterna e bastone a Venezia a “slongar” le lingue delle donne….».

sabato 31 Maggio 2008

(modifica il 6 Agosto 2022, 16:34)

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virginiaw
virginiaw
15 anni fa

i balletti non hanno aggiunto nulla…fantastico Pantalone-Francesco Consiglio!!!