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Sènd Endùenne mèschere e sùene, tra fede e tradizione

Angelo Ciocia
Sant'Antonio
Oggi ci sarebbe stata la benedizione degli animali e l'inizio del Carnevale
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"Sènd Endùenne mèschere e sùene". Molto più di un detto popolare molfettese. 

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Liturgicamente oggi si ricorda la figura di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. La tradizione molfettese, diffusa un po’ in tutto il Mezzogiorno, è quella di far radunare gli animali per la consueta benedizione. I fedeli portavano, anticamente, in piazza "traini" con cavalli, muli e asinelli parati a festa, cani e gatti, maialini e pecorelle insieme a canarini e pappagalli nelle loro gabbie. Negli anni, la “location” di questo avvenimento è mutata partendo da piazza Cappuccini all’attuale piazzale della chiesa di Sant’Achille, passando per il Santuario della Madonna dei Martiri.

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Ma Sant’Antonio non è solo il protettore degli animali, bensì di tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco e ne sono afflitti. Il fuoco ha a che fare con il racconto che vedeva il Santo addirittura recarsi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori. Un’altra antica tradizione, che risale a diversi secoli fa, imponeva che in questo giorno non si accendessero fuochi nelle botteghe, si narra che i trasgressori fossero puniti da parte del Santo. Un tempo, anche Molfetta aveva la consuetudine di accendere falò in questa giornata, o nella domenica successiva al 17 gennaio. Una tradizione che si è, via via, persa in favore della benedizione degli animali, mentre i falò di Sant’Antonio Abate sono divenuti un must della vicina Giovinazzo.

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Ma perché "mèschere e sùene"? Immaginate una piazza, l’antica piazza Cappuccini ricolma di animali. Certamente i suoni sono i più disparati. E quei suoni sono proprio i versi degli animali. In più, leggenda vuole che durante la notte di Sant’Antonio, gli animali benedetti riuscissero a parlare.
n"Mèschere", invece, segna l’inizio del Carnevale. Concluso il tempo di Natale, ecco il tempo del divertimento, della spensieratezza, dei maestri cartapestai che creano le loro invenzioni, il tempo dei bambini mascherati in villa, dei coriandoli, delle stelle filanti. E delle sfilate che hanno reso il carnevale molfettese, anticamente, apprezzato in tutta la Puglia.

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Ma il covid ha bloccato ogni forma di spensieratezza. E quella del Carnevale, probabilmente, è solo la prima tradizione molfettese del 2021 che salta, inesorabilmente, ancora per colpa di questo virus. Un “animaletto” che “muta” e che ce le sta letteralmente “suonando”.

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domenica 17 Gennaio 2021

(modifica il 28 Luglio 2022, 7:30)

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