Nella mattina di sabato, si è spento all’età di 92 anni Cosimo Bellifemine, per tutti “Cosimino”, da tutti conosciuto per la sua ferramenta ma anche per il suo impegno nella politica cittadina tra gli anni ‘70 e ‘90.
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Classe 1928, emigrato in Venezuela e poi tornato a Molfetta, non ha mai smesso di lavorare, prima come imbianchino e poi come commerciante. È stato “l’ultimo sindaco socialista di Molfetta”, come amava definirsi lui stesso. E lo è stato per davvero, nel 1983 quale assessore anziano, oltre che assessore all’Igiene e Sanità.
nNel 1984 gli veniva riconosciuto il titolo di Cavaliere del Lavoro, dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il quale lo definì “un politico a fin di bene”. Il riconoscimento era stato proposto dall’allora presidente del Consiglio dei ministri Bettino Craxi, al quale era legato da un grande trasporto politico.
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Ma al di là dei titoli, Cosimo Bellifemine è stato una istituzione per la città di Molfetta. Nel quartiere “mmezz o paddaon” è stato da sempre un riferimento; conosceva il quartiere come le sue tasche perché lì era cresciuto e lì decise di aprire la sua prima attività commerciale, una ferramenta, in via Tenente Ragno 62.
nPiù che un'attività commerciale, il suo era un luogo di ritrovo per i residenti del quartiere; chiunque veniva ascoltato e a chiunque erano dispensati consigli di ogni tipo: dalle tecniche per appendere un quadro, alle discussioni sulle scelte per il futuro della città.
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Non a caso, quel locale è rimasto, anche dopo il trasferimento della ferramenta in via Generale Amato, la sede operativa di tutte le campagne elettorali della sinistra molfettese negli anni ‘90; poi ancora la sede della “Casa dei Popoli” ed infine dell’associazione Tesla.
nPer Cosimino, la politica era una cosa seria, fatta di attivismo, impegno civico ma soprattutto di relazione costante con le persone.
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Lascia la sua adorata moglie Maria, i suoi cinque figli e cinque nipoti. Le esequie si terranno oggi alle ore 16 nella parrocchia di San Pio X.
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