Molfettesi di fuori

Emanuele designer a Torino: “Da sempre attratto dalle auto”

Martina Visaggio
Emanuele Pastore
Emanuele Pastore oggi è un automotive designer a Torino, ma la sua è una passione lo accompagna da sempre
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Le storie dei “molfettesi di fuori” sono tutte accomunate dalla passione; solo questo può davvero portare un ventenne a fare i bagagli e rivoluzionare la propria vita.

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«I miei genitori raccontano che la mia dedizione per il mondo delle auto risale a quando non sapevo nemmeno camminare». Esordisce così Emanuele Pastore, giovane ventottenne trapiantato a Torino.
n«Con il passare degli anni ho continuato a osservare le auto, sempre concentrato sul loro lato estetico – afferma – e questa mia curiosità cresceva di pari passo all’interesse per il disegno».

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Emanuele, oggi automotive designer, racconta di aver capito sin da subito quale fosse la sua strada, l’impresa era comprendere come indirizzarla. «Nel nostro territorio non è ben radicato il mondo del disegno nel campo automobilistico – chiarisce – per questo motivo, terminati gli studi universitari, ho scelto di andar via».

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Conseguita la laurea triennale in design del prodotto presso l’Università di Bari, il designer molfettese prepara i suoi bagagli alla volta di Torino, città nella quale attualmente risiede.  «Ho conseguito un master di I e II livello presso l’Istituto d’Arte Applicata e Design – afferma – questo mi ha dato la possibilità di studiare al fianco di professionisti nel mondo del disegno automobilistico».

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Emanuele descrive come non facili i primi mesi a Torino: orari estenuanti, sacrifici economici e tanta pressione. «Con il mio trasferimento ho compreso che avere una passione è entusiasmante – dichiara – ma che questa porta con sé duro lavoro e tanti sacrifici».

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Il primo semestre a Torino, nonostante ogni tanto la tentazione di mollare tutto facesse capolino, ha portato le prime soddisfazioni: «I miei docenti apprezzavano il mio lavoro – dice – la mia mano era ancora acerba, ma le idee funzionavano».

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Nel febbraio del 2017 termina i suoi studi, coronando il sogno lavorativo solo tre mesi dopo. L’Icona Design Group, studio di design, crede nel suo talento e lo accoglie negli uffici di Torino, dove ora milita da ben cinque anni.
n«Lavorare con loro mi ha dato la possibilità di seguire molti progetti, fino all’esperienza di quattro mesi in Cina – spiega – lì ho potuto toccare con mano lo sviluppo di un’auto, superando la primizia fase del disegno: è stata una gran soddisfazione».
nQuesto è certamente un bel traguardo per un ragazzo di Molfetta da sempre consapevole di quale fosse il suo obiettivo, ma senza la men che minima idea di come renderlo possibile.

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Un sogno coronato, ma a suo dire perfezionabile. «Cosa mi manca? Tutto quello che è Molfetta».
nIl lockdown ha permesso a tanti lavoratori come Emanuele di conciliare il lavoro tanto rincorso e la possibilità di vivere nella propria città natale. Tutto questo, chiaramente, è stato accompagnato dalla consapevolezza che non sarebbe durato per sempre.
n«L’impossibilità di tornare a lavorare qui mi fa rabbia – spiega – ci sono tanti ragazzi costretti ad abbandonare le proprie passioni, solo perché non c’è il coraggio di investire nella nostra terra».

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Intanto il sogno di tornare a casa c’è e perché no, magari un giorno non sarà più segregato in un cassetto.

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lunedì 25 Ottobre 2021

(modifica il 27 Luglio 2022, 20:18)

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