Attualità

Ospedale unico del nord Barese, presentato il progetto ai molfettesi

Serena Abbattista
Un momento dell'incontro di ieri a Molfetta sull'ospedale unico del nord Barese
Dubbi e speranze dei cittadini. Interviene in diretta il presidente Emiliano, che ribadisce: nessuna decisione è stata presa sull'ubicazione dell'ospedale
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Sanità, lavoro, scuola. Tre pilastri fondamentali che dovrebbero essere garantiti da uno Stato, da una Regione, da un Paese. Tre diritti imprescindibili che un cittadino dovrebbe esercitare senza alcuna diffidenza, senza alcun timore.

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Proprio il tema sanità è caldo, oggi più che mai, in diversi paesi del Nord barese. Con Molfetta in prima fila, visto che il piano di riordino ospedaliero riguarda da vicino il “Don Tonino Bello”.

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Ieri la sala Finocchiaro della Fabbrica di San Domenico ha ospitato un dibattito su una questione fondamentale: “C’era una volta un ospedale, anzi tre o no?”.

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Questa una delle slide che ha rappresentato l’intera discussione. Come procederà lo sviluppo ospedaliero nella nostra città? A chi dovremo rivolgerci in caso di necessità? Quali diritti verranno garantiti?

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A rispondere a queste, e a tante altre domande, cinque rappresentanti di un progetto che magari divide la città, ma che merita l’attenzione e l’interesse di ogni singolo cittadino se non altro perché rappresenta una delle alternative possibili. Per alcuni l’unica, per altri un compromesso a perdere. Un “Progetto Ospedale” che si baserà sulla edificazione ed istituzione di un solo punto di riferimento, ovvero un  ospedale di primo livello, accompagnato altresì da due unità sanitarie territoriali complementari ed integrative.

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Eccolo allora, il tavolo dei relatori: Felice Spaccavento, medico anestesista e uno di quelli che più ci crede; Carlo Curatolo, medico urologo; Maddalena Pisani, resource manager; Beppe Marsano, operatore professionale Tandem Onlus.

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Uno dei problemi dell’ospedale unico è l’ubicazione ancora incerta del nuovo faro sanitario, con Corato, Molfetta e Terlizzi candidate e candidabili. Tre paesi che, per vari meriti e\o demeriti, concorrono per divenire caposaldo del progetto. Controlli, accertamenti, visite itineranti dovranno alla fine statisticamente decretare la miglior soluzione.

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Una scelta difficile, che di certo incontra nel suo percorso diffidenza, timore, paura. Ma pure una richiesta che in alcuni casi nasce da cittadini stanchi forse di una realtà medica inadeguata. Poi c’è chi lavora quotidianamente nel settore, che ricorda appunto che non esiste un’intelligenza medica efficace se non supportata da adeguate tecnologie e strutture.  Avere nella medesima struttura tutte le specializzazioni mediche è e deve essere, dunque, una prerogativa basilare.

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Durante l’incontro è intervenuto in diretta telefonica il presidente della Regione Michele Emiliano. In nessun modo è stata ancora sancita la possibile ubicazione dell’ ospedale di primo livello. Contrariamente alle erronee interpretazioni circolate, dicono, che hanno provocato la diffusione di false certezze.

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Emiliano ha dichiarato che nessun cambiamento o spostamento di reparti verrà effettuato prima di una decisione definitiva. La scelta tra le diverse candidate si baserà su parametri ingegneristici,  sanitari e urbanistici

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Considerando i diversi parametri, in maniera assoluta, nessun presidio attuale sarebbe in grado di rispondere ad ogni domanda: Corato e Terlizzi sono di certo strutture più rinnovate rispetto a Molfetta, ma sono realtà troppo piccole allo stato attuale per contenere tutti i reparti necessari; Molfetta, di contro, è la meglio collegata di tutti e avrebbe la possibilità spaziale di assecondare le varie domande, ma richiede lavori di ristrutturazione abbastanza elevati.

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L’analisi di questi, e non solo, parametri è in corso d’opera presso gli organi competenti.

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Il team ha anche lanciato una proposta di collaborazione ai sostenitori di diverse proposte, come quella di un nuovo ospedale 'adriatico', necessariamente realizzabile, se realizzabile, in tempi lunghi e con l'incognita delle risorse, attualmente non disponibili.

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Intanto Molfetta, divisa tra ottimisti e timorosi, tra chi vorrebbe un nuovo ospedale o chi avrebbe voluto il vecchio, ma anche chi è pronto ad accettare la nuova sfida, attende. Speranzosa che da questa querelle il Don Tonino Bello ne esca in modo dignitoso. Perché la sanità è un diritto di tutti e un dovere delle istituzioni.

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sabato 14 Gennaio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 7:24)

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Donato Rana
donato rana
7 anni fa

Dal numero di partecipanti che si vede nella foto, non è che la cosa interessi gran che ai molfettesi!!

Corrado Natalicchio
Corrado Natalicchio
7 anni fa

Invece di spendere altri soldi (che non ci sono!) per costruire nuovi ospedali (che tra qualche anno saranno obsoleti), utilizzate le strutture sanitarie esistenti, magari migliorandole e rendendole efficienti con dei veri poli di eccellenza, con veri qualificati primari e non con i soliti raccomandati. Il don Uva Bisceglie, per gran parte abbandonato, basterebbe da solo a garantire un secondo Policlinico. Basta solo metterci un po’ di serietà e di intelligenza e non pensare solo a sperperare soldi a danno dei contribuenti e a favore dei soliti noti. Corrado Natalicchio