Attualità

Cozzoli e la Deposizione. Emozione senza tempo

Adriano Failli
Maurangelo Cozzoli
Ieri intanto c'è stata la Vestizione dell'Addolorata
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Quella di Giulio Cozzoli è quasi una figura paterna per la nostra Pasqua. Lo scultore molfettese, vissuto tra la fine dell’800 e i primi decenni del secolo scorso, è infatti autore del gruppo della Pietà e di tutte le statue che l’accompagnano durante la processione del Sabato Santo, nonché della vergine Addolorata, portata in processione il venerdì di Passione.
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nTutti i simulacri, custoditi nella chiesa del Purgatorio, sono stati scolpiti tra il 1906 e il 1958 e hanno sostituto di volta in volta in processioni le vecchie statue, oggi presenti nel museo diocesano. Se Cozzoli dimostrerà con questa serie di sculture di saper utilizzare pregevolmente la cartapesta, in altre occasione saprà ottenere risultati straordinari anche con altri materiali e opere d’arte, pensiamo ai diversi bozzetti a matita o sculture in terracotta, o ancora al gruppo della Deposizione, altra opera magna del molfettese, realizzata prima in un modello in gesso poi tradotto in bronzo.
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nL’autore è infatti ossessionato per un periodo della sua vita dall’idea di scolpire un’opera magna come la Deposizione: “Ho a lungo pensato quale possa essere il soggetto eterno, tragico, che possa ricavare dalla materia e sono giunto alla conclusione che la tragedia divina della Deposizione di Cristo mai affrontata in forma monumentale, possa soddisfare il mio sogno” queste alcune sue parole estratte da un colloquio con l’avvocato G.Poli.

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Sarà poi il 3 ottobre del 1931 che verranno avviati i lavori all’opera all’interno dello studio in palazzo Cappelluti, che termineranno in un periodo a cavallo tra il 1942 e il 1945.

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Abbiamo accennato a come sia esistito un modello in gesso oltre alla definitiva versione bronzea del gruppo. Infatti il progetto originale era di una traduzione in marmo, in puro stile michelangiolesco, ai cui canoni la scultura fa riferimento.

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La mancanza di un acquirente non ha permesso però al Cozzoli, morto nel 1957, di vedere ultimata quella che forse è la sua più grande creazione. Alla traduzione definitiva in bronzo ci ha pensato, a cavallo tra il 1971 e il 1985, Maurangelo Cozzoli, nipote di Giulio, dopo aver trasferito l’opera dello zio a Verona, all’indomani dell’abbattimento di Palazzo Cappelluti.

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Tornando ai giorni nostri, l’opera, dopo essere stata depositata per dieci anni nella Gipsoteca dedicata al suo autore presso Fabbrica S.Domenico, ha subito un inaspettato “trasloco” nel museo Diocesano, in attesa ancora della sua definitiva collocazione.

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Intanto, proprio ieri è avvenuto un rito particolare riguardante un altro capolavoro dello scultore nostrano: parliamo della vestizione dell’Addolorata, rito sacro svolto da alcune donne nella sagrestia del Purgatorio, che svestono la vergine dell’abito “ordinario”, adornandola con le vesti in vista della processione della prossima settimana.

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giovedì 30 Marzo 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 4:58)

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