È un pezzo di Molfetta che non resterà confinato nei limiti pur suggestivi di una fotografia. È un pezzo di vita da raccontare. O da ascoltare. Perché se chiedi in giro chi fosse Nicola La Forgia, lo storico custode della villa comunale, le testimonianze si moltiplicano e ti si apre letteralmente un mondo. Un’icona, un’istituzione, un esempio. Questo era. Questo è, anche se si è spento per un male incurabile una settimana fa. Era il 18 gennaio, aveva 78 anni.
Aneddoti su aneddoti, sorrisi e lucciconi. Un ricordo vivido e intenso, che ognuno declina a modo suo, a seconda della sua esperienza. Nicola per la famiglia era Lillino, per tanti molfettesi era “Punto e virgola”. Colpa della sua andatura claudicante, causata dalla poliomielite, che spinse molti a soprannominarlo con questo tipico segno di interpunzione. Inizialmente poté sembrare un’offesa, e anche chi gli era vicino non sempre la prendeva bene. A lungo andare, però, quel punto e virgola divenne un modo benevolo per identificarlo. Per identificare una persona buona e pacata, ma anche precisa e rigorosa. La perfetta via di mezzo, insomma. Non un punto e a capo, che avrebbe il senso della brusca interruzione. Ma qualcosa di più dolce, più leggero. Punto e virgola, il valore della continuità e della pausa più sfumata.
Lui imparò a riderci su, come fanno i familiari, che esibiscono una lunga serie di foto e sciorinano storie e sorrisi. Era piccolino, e si dilettava a suonare la batteria. Divenne grande, e fu custode. Prima della villa comunale, poi del cimitero.
Lillino era il più grande di cinque fratelli, marito di Susanna, papà di Gianni, Cosimo e Silvio. Una famiglia ruspante e allegra.
“Quando c’era lui, tutto era ordinato e pulito. Cercava e trovava anche il pelo nell’uovo”. Parola di Gino, suo fratello, ex agente di polizia locale. Parola di tutti in realtà. “Ci fosse stato lui – dice Tonino del Cin Cin Bar – sono certo che l’altalena per i disabili non sarebbe stata mai vandalizzata”. A quella villa Lillino teneva maledettamente, come fosse casa sua. Se qualcuno non si comportava come doveva, non la scampava. Veniva identificato, memorizzato. Beccato.
Storie come queste erano quasi all’ordine del giorno. Un po’ come le barzellette. Quella dei fidanzatini, per esempio, che erano soliti appartarsi vicino al bagno della villa. Era una zona buia e quindi perfetta per un po’ di intimità, ma ogni tanto la luce del neon si accendeva e rovinava i piani. Bastava una piccola scoppola al palo, a ogni modo, per far nuovamente spegnere il neon. Fu così che, all’ennesimo “schiaffo”, Nicola si avvicinò e, tra il serio e il faceto, disse che, continuando così, avrebbe fatto mettere l’interruttore. Magari sarebbe stato più comodo.
Gino ne parla e ride di gusto. “Era una persona di una simpatia contagiosa – prosegue – ed era un piacere stare con lui. Emotiva e sensibile, piangeva commosso quando gli si davano belle notizie. Un fratello esemplare”. Un custode esemplare. Anche il semplice calpestio delle aiuole non era concesso. E le partite a calcio dei ragazzi potevano disputarsi solo “cum grano salis”. Fino a che cioè non diventassero un fastidio per gli altri e un problema per la stessa villa.
Tra le sue passioni c’era la musica. “Mio padre aveva fondato il complesso La Forgia – racconta Gino – e di quel gruppo era batterista. Non voleva però che Lillino si dilettasse con quello strumento. Mio fratello invece era testardo e lo faceva di nascosto. Divenne bravo e apprezzato. Anche negli ultimi tempi suonava in un gruppo, i “Souvenir”.
Souvenir. Ricordi. Che non muoiono mai. Come un pezzo di storia che è modello di futuro. Cura della città, amore, orgoglio. Sentimenti senza interruzioni. Tra l’uno e l’altro in fondo basta poco: anche solo un punto e virgola.
io lo ricordo con affetto da piccolino quando ci correva dietro, grandissima persona oltre che uomo , mi dispiace non sapevo della sua morte. Un abbraccio a tutta la sua famiglia
Ho quasi 50 anni e lo ricordo bene quando da piccola andavo in villa per la passeggiata era sempre attento una persona molto educata mi dispiace tanto r.i.p
Ciao colino
una persona speciale di gran cuore. mi ha visto crescere. e stato un onore conoscerlo e stato come un padre. non ti dimentichero mai. t.v.b.
Grazie Nicola per aver avuto modo di conoscerti!!!
Ciao Nicola r.i.p.
E stato un grande onore avere conosciuto te, grande persona gentile simpatica e onesta,e ci mancherai moltissimo, ciao Nicola,scusa????????
R.i.p ciao Nicola sarai sempre nei nostri cuori,????????
Brava persona seria e composta garbato con tutti…riposa in pace !
Per tutta la mia vita lo classificato sempre come uno di famiglia chiamandolo da sempre zio lillino, anche se un vero e proprio grado di parentela non esisteva…amico da una vita dei miei genitori è stato sempre una presenza allegra e sorridente…ti ricorderò per sempre come un esempio da seguire, ed un uomo sorridente… tuo nipote Antonello Altomare…
Ah, quante “multe” mi ha fatto… Da bravo ragazzo davo sempre i miei veri nome, cognome e indirizzo; ma contravvenzioni, a casa, non ne sono mai arrivate. Che la terra ti sia lieve.
brava persona, rimane di lui una icona della Molfetta della brave gente, indelebilmente legata alla “sua” Villa Comunale RIP