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Amore e San Valentino. I luoghi molfettesi dove le coppiette…

La Redazione
San Valentino
​Avvertenze prima dell'uso. Ridete di voi, ridiamo di noi. In fondo l'amore è anche leggerezza
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Avvertenze prima dell’uso. Ridete di voi, ridiamo di noi. In fondo l’amore è anche leggerezza. E San Valentino perdonerà il tono giocoso e un tantino dissacrante del tema in via di discussione.

Oggi, nel giorno degli innamorati, parliamo di coppie. Anzi di coppiette, quelle di piccoli e grandi, che ai tempi in cui si è troppo baby per l’auto o troppo giovani per la casa, si dedicano con perseveranza al luogo perfetto per… un po’ di intimità.

Ricerche senza tempo, che accomunano i genitori e i figli, i nonni e bisnonni, fino a tornare indietro negli anni, quando la società era più severa e meno aperta, ma i giovani proprio per questo più creativi nell’elusione di ogni vigile controllo.

Non giriamoci troppo attorno. Chi di voi non ha passato qualche minuto nell’ampio parcheggio che alla seconda cala, alle spalle del Petrone, calza a pennello per un innocente bacino o per un pizzico di dolcissimo amore? O chi magari non ha sperato di trovare poco “traffico”, imprecando poi per il classico pienone “al Gavetone”? O nei pressi della “Zagami”, in quel luogo sacro ma da qualche tempo “profanato” da colonne proprio per evitare il consueto andirivieni di auto?

In pochi – siamo pronti a scommettere. Ma questi stessi pochi non se la “tirino” fino in fondo per il semplice fatto di non rivedersi in posti arcinoti e super frequentati. E la smettano di ergersi a orgogliosi scopritori di oasi introvabili e posti in cui l’amore è più grande.

A San Valentino infatti nulla sfugge. Al massimo fa finta di non sapere. Come faceva per papà e mamma, i fratelli e le sorelle maggiori. O per noi stessi quando si usciva a piedi e si perdeva la testa per le carezze, i primi baci, gli sguardi arditi. Al limite (non facciamo i puritani…) per il tipico “jeans e jeans”.

La “tana delle tigri” e piazza I maggio la facevano da padroni, il “buco” si difendeva bene. Gli oratoriani amoreggiavano “dietro la chiesa”, i più arditi arrivavano sino al “faraone”. La piazzetta della Madonna della Rosa era pure piuttosto ambita, così come via Ungaretti aveva zone di scarsa luminosità e grande intensità.

E se pensate che questi sono luoghi per bambini, sappiate che sappiamo che cala San Giacomo e Secca dei Pali facevano un po’ al caso di tutti. Così come la pineta e le strade alberate sono testimoni di impossibili liaison e di lunghi tête a tête.

Suvvia, non scandalizziamoci. E pensiamo a quanto era ed è bello provare a nascondere le prime scappatelle ai genitori un po’ gelosi. E costoro non la prendano a male se ne parliamo goliardicamente. In fondo è la ruota che gira, e mica si può fermare.

La stagione dell’amore infatti viene e va, per dirla come piacerebbe a Franco Battiato. San Valentino invece è eterno. Amato e bistrattato, atteso o dimenticato, elevato o ridimensionato. Fatto sta che il14 febbraio di ogni anno fa parlare un po’ tutti. Gli innamorati tradizionali e quelli alternativi, i non innamorati e quelli per cui “è una festa senza senso”. Fino agli altri convinti che “sarà pure un semplice simbolo, ma pur sempre bello è”.

Lasciamo a ognuno la tesi che preferisce, noi auguriamo a tutti ciò che vogliono. Piccoli e grandi. Coppie e coppiette. Luoghi più o meno appartati. Case o isole d’amore. A San Valentino più che mai.

mercoledì 14 Febbraio 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 16:57)

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Molfettese Medio
Molfettese Medio
6 anni fa

Un ottimo vademecum per i rapinatori che non mancano nella nostra città.