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Isa De Bari: «Piano delle coste, il sindaco inganna la città»

La Redazione
Isa De Bari
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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviatoci dal consigliere di minoranza Isabella De Bari a proposito del piano delle coste.

“Tommaso Minervini, sindaco ispirato ed assessore eclettico, chiede il “proprio” commissariamento per un Piano Comunale delle Coste già adottato nel 2016 dalla sua originaria amministrazione di sinistra. Chiede che la gestione di uno strumento, al tempo stesso urbanistico e di programmazione economica per il settore turistico, venga delegata ad un Commissario.

Cosa resterà a questa nostra Città dopo questo “outing politico”?

A quei pochi ingenui che hanno intravisto in questo gesto del sindaco un’aura di “onestà intellettuale” per riconoscimento dei propri limiti, dico, brutalmente, che non hanno capito niente.

La rinuncia ad onorare il proprio sindacato è scritta “chiara” nella nota del 25 gennaio 2018 e questa trasforma l’apparente “onestà intellettuale” in strategia dell’inganno verso la nostra città, verso i principali fruitori del piano coste con la complicità della sua assopita maggioranza.

La nota di richiesta del commissariamento è coeva all’approvazione delle linee programmatiche del sindaco, azioni e progetti da realizzare nel corso del suo governo tra cui, al punto 1.1.2, “Valorizzare il sistema costiero, concludere i procedimenti urbanistici che riguardano il PCC ed i comparti adiacenti D4”. Obiettivo riproposto nel “suo” DUC, parte strategica, ed approvato da questa maggioranza in Consiglio.

Il commissariamento è un’abdicazione di responsabilità da parte del sindaco? No!

È una strategia diretta a sottrarsi al confronto con la sua città, ad imbavagliare le stesse forze di maggioranza che lo sostengono, ad eludere ogni processo democratico di verifica e di controllo, a creare una cabina di regia collocata, però, nei paludosi sotterranei del Palazzo.

Rimettere il tutto ad un commissario nominato dal suo referente politico regionale produce il doppio risultato: un ennesimo tributo elettorale, mascherato da commissariamento onorato, come suo solito, dalle casse della nostra città, ed una apparente e strumentale latitanza del sindaco sulle scelte del PCC commissariato.

Quale cambiamento produrrà su un PCC già adottato? Forse il ridimensionamento delle aree in concessione a levante, unico versante che allo stato garantisce la balneabilità? Confermerà la riduzione di concessioni al Nettuno e all’Algamarina? Confermerà la soppressione delle aree in concessione a “Perla del Doge” e “Marina Piccola”? Confermerà la soppressione delle aree in concessione alle attività di ristorazione collocate in corrispondenza della 3° Cala?

Quali riflessi produrrà sulle zone litoranee retrostanti le aree demaniali? Il disegno della nuova viabilità di accesso al mare (vincolata sì alla ritmicità dei 150m non ad una loro individuazione), prevaricherà sin da oggi lo sviluppo organico delle stesse e la progettazione dei comparti, laddove previsti?

Quali i criteri? Tutto è demandato a favore della presunta regia del Commissario.

Il sindaco si è giustificato con una “velocizzazionedel processo. Falso!

Il commissariamento era evitabile con l’approvazione provvisoria di un PCC, già adottato, da parte del Consiglio comunale, anche con i tempi (non conteggiabili, come prevede la LR) necessari per una eventuale VAS.

All’ormai annuale responsabilità del sindaco Minervini va quindi addebitata la volontaria inerzia per il tempo superiore ai sei mesi, quelli intercorsi tra accertamento e diffida regionale ad adempiere.

Ulteriore falsità è l’affermazione di “velocizzazione” dell’iter a favore della fruibilità delle spiagge. Il commissariamento non produrrà effetti sulla imminente stagione balneare; esso è solo la conferma di un “inciucio” e di una “svendita” dell’autonomia del nostro territorio.

Gli effetti della Deliberazione regionale 527/2018 con cui viene commissariato il Comune di Molfetta si concretizzano nella concessione di centottanta giorni per la redazione del PCC, ovvero ottobre 2018, nell’avvalersi del personale già incaricato dallo stesso comune e di

eventuale altro personale, nel dare atto che compensi e rimborsi delle spese sono a totale carico del Comune di Molfetta.

Con che cosa coincide la velocizzazione di cui parla il sindaco?

Coincide con l’occultamento alla città dei processi di modifica di un Piano senza confronto? Magari a beneficio di uno stabilimento balneare al posto di un altro? Di un esercizio al posto di un altro?

Coincide con spostamenti di cantieri navali per sopravvenute scelte tecniche del commissario?

“Velocizzare” l’iter non è forse attribuire scelte impopolari al commissario e millantare diritti di benevolenza?

Il sindaco, l’inadempiente che chiede il commissariamento, o assessori in conflitto di “ulteriori” interessi, potranno sempre interfacciarsi con il commissario, come è già successo, con i “suoi” consulenti. Ma la cittadinanza? Le organizzazioni? Agenda 21? Le associazioni di categoria?

Il commissariamento non velocizza, è la strategia finalizzata a sottrarre il Piano ai molti attori del processo produttivo.

Per quel che attiene la rappresentanza politica, è un disegno spregiudicato che azzera il ruolo del consiglio comunale.

È innanzi tutto indice di mancanza di rispetto e di considerazione del mandato elettorale dei molfettesi verso i propri rappresentanti in consiglio. Ma vi è anche, e questo non riguarda le minoranze, l’elusione delle prerogative dei consiglieri di maggioranza, in compenso però, come il maggiordomo Stevens, loro potranno consolarsi, “un uomo può considerarsi veramente soddisfatto solo quando sa di aver servito appieno il suo padrone”.

giovedì 24 Maggio 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 13:15)

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