Attualità

Filastrocche per bambini alla “San Domenico Savio

La Redazione
Scuola Media Savio
Il maestro Tognolini a Molfetta
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Le filastrocche fanno bene se sono fatte bene”. Il maestro filastrocchiere Bruno Tognolini, scrittore “per bambini e per i loro grandi”, ha esordito così dinanzi ad una attenta platea di docenti raccolti per il Master class nell’aula magna della Scuola “San Domenico Savio” il 5 giugno 2018.

Dopo una coinvolgente mattinata spesa alla ricerca di suoni e ritmi, assieme agli alunni delle classi terze della scuola primaria “Vincenzo Valente”, è ancora pronto ad affabulare e affascinare i presenti. L’autore racconta i suoi ariete mestieri, l’avventura e il mestiere di scriverli, gli esercizi, i trucchi dello scrittore e il ruolo del lettore, che più volte mette in guardia dal “Lucignolo Cattivo” cioè da un genere di narrazione nocivo, impoverito e presuntuoso.

La rima, la voce, la franchezza del discorso aiutano a costruire buone relazioni e ad esprimere meglio sentimenti ed emozioni, perché la poesia c’entra con il corpo, pulsa, e si fa sentire. È questa dimensione fisica della poesia che nasce con i battiti del cuore della mamma e che continua con ritmi di mani e braccia e poi si nutre di lingue e giochi che rende vivi i versi che scrive.

La sua bibliografia è vastissima ed è spesso invitato a parlare e a raccontare di poesia. Ha sofferto di balbuzie, ma è un fiume in piena quando gli si chiede di parlare. Infatti, atratti la sua voce cambia, incalza e sussurra, e il tempo è come sospeso. Muovendosi tra le sue raccolte di filastrocche e raggiungendo spesso la platea, rivela il tamburo nascosto nelle sue parole, frutto di una esperienza giovanile di bandista, che batte ancora chiuso nella sua pancia e che dona ancora vitalità e forza alla sua scrittura. Per lui, come per i bambini, la poesia e la filastrocca, sono sorelle che ballano su due piedi, la Rima e il Ritmo, e volano sulle ali del Senso e del Suono. Ora il suono serve tantissimo per far volare la poesia e se non batte con forza ed eleganza quell’ala, con forza e bellezza la poesia non vola. Quindi dire le poesie, leggerle, farle suonare è importante. Ed è così che si può declamare anche il primo canto della Divina Commedia come fosse un rap. Una volta e per moltissimi secoli non c’è stata molta differenza tra poesia e rap né tra poesia e filastrocca. Anzi proprio quando le due ali del suono e del senso sono in equilibrio, perché di pari struttura e piumaggio, la poesia “vola alto” e riesce a raccontare il mondo, quello che fa ridere, piangere, sbollire la rabbia, sopportare il dolore e tanto altro. Il linguaggio ridotto, semplificato o più giocoso non rinuncia alla complessità del messaggio e della realtà. C’è una riduzione, ma, come per i giocattoli, rimpicciolire non vuol dire sminuire; la poesia diventa una “bellezza in miniatura”.

Si capisce allora quanto possa essere gratificante, oltre che educativo per i genitori e tutto il personale docente, la condivisione quotidiana di filastrocche e di storie con il proprio bambino/alunno, perché

“A casa io gioco
A scuola io faccio
A casa è il mio fuoco
A scuola è l’abbraccio
A casa c’è Mamma
A scuola Maestra
A casa TV
A scuola finestra
A casa io sono
A scuola divento
A casa c’è sole
A scuola c’è vento
A casa io chiedo
A scuola rispondo
A casa c’è il nido
A scuola c’è il mondo

giovedì 21 Giugno 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 12:30)

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