Cronaca

La paura di Mery: «Volevo raccontare Barcellona, ora voglio tornare a casa»

La Redazione
L'attentato a Barcellona
Molfettese, cameriera a Marbella, racconta i concitati momenti di ieri dopo l'attentato
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Il brutto del terrorismo non è solo nella gravità delle conseguenze che un atto senza coraggio e senza pietà causa con potenza tragicamente inaudita. Il brutto del terrorismo è che in un attimo ti rendi conto che una situazione inspiegabile e assurda possa diventare realtà, sconvolgere la tua vita senza che tu possa farci nulla.

L’uomo che devasta un suo simile, nel cuore di un giorno normale, in posti che pullulano di gente e di emozioni.

Mery De Candia è una giovane ragazza che da tre mesi si è trasferita a Barcellona per lavoro. Ha preso con entusiasmo e passione questo nuovo momento della sua vita. Da ieri, dopo l’attentato che ha lasciato annichilito il mondo intero, non riesce ad allontanare da sé la pessima sensazione del brivido.

Lavora a Marbella, come cameriera in una spiaggia frequentatissima da persone di ogni parte del globo. Crogiuolo del mondo, un po’ come la rambla, prima che vi bussasse con forza la paura.

“Stavamo lavorando tanto – racconta – e quando abbiamo saputo la notizia non ci ho capito più nulla.Ho solo avvisato mia madre, che era super preoccupata. Non solo lei, in realtà, visto che tutti mi chiedono di sentirci. È stato strano, assurdo, non pensi che possa capitare a te e quasi non ci credi. Mi sembra come se l’atmosfera sia sospesa. Sto cercando di andare avanti con la vita perché non puoi guardarti le spalle ogni due minuti, temendo di avere a che fare con un terrorista”.

Mery parla in modo concitato, si lascia trasportare delle emozioni e dalla tensione. In modo naturale, brutalmente naturale.

“Ieri hanno chiuso le strade attorno alla rambla – prosegue – il centro era serrato, c’erano polizia, elicotteri, ambulanze dappertutto, gente che usava i taxi. Anche io l’ho preso, pur essendo a soli 10 minuti da casa, ma avevo paura. I taxi hanno prestato soccorso agli anziani, alle famiglie”.

Se lei era a Marbella mentre l’attentato aveva luogo, alcuni suoi amici erano proprio lì. “Ho due amici – dice ancora – che ci abitano, uno mi ha detto che era a due strade dalla rambla, ha sentito gli spari e aveva i terroristi nel bar sotto casa. Un’altra lavorava nella rambla, l’altra ancora era in plaza Catalunya e ha detto che la gente si è catapultata nei negozi, sotto i banconi. Ho i brividi, è bruttissimo, ho solo voglia di tornare a casa”

La voglia di tornare a casa torna spesso nelle parole di Mery. “Non immaginavo – spiega – di trovarmi in questa situazione. Piuttosto mi pareva strano che qua non fosse ancora successo nulla. Proprio l’altro giorno mi trovavo a una festa nel quartier Gracia, per le strade c’erano stand, decorazioni, carri allegorici da ogni parte d’Europa. Hanno scelta la rambla perché è sempre piena di turisti. È assurdo”.

Non deve essere bello raccontare “la grande bruttezza”. A maggior ragione per una ragazza che voleva fare la giornalista per dare voce al bello di Barcellona. “Era il mio sogno nel cassetto – conclude – Inizialmente volevo fare un reportage, fornire una testimonianza di come è per un italiano, per un molfettese vivere a Barcellona. Volevo raccontare cose belle, non queste. Grazie che ci siete vicini. Qui è terribile, ho i brividi, vorrei solo tornare a casa”.

venerdì 18 Agosto 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 0:22)

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