Crolli, danni, paura, feriti. Morti. Le immagini del terremoto avvenuto a Ischia stanno scuotendo tutta l’Italia. Nell’isola campana, in queste ore, ci sono dei molfettesi che stanno vivendo da vicino l’inferno del sisma. Saverio e Raffaella, in vacanza da domenica a Ischia, sono in buone condizioni. Hanno paura, hanno vissuto da vicino le paure e le difficoltà del post terremoto. Ora non vedono l’ora di imbarcarsi sul primo traghetto utile, interrompendo le vacanze, e tornarsene a casa.
“C’è un caos interminabile – afferma Saverio – Tutti gli alberghi hanno subito danni e tutti gli ospiti stanno andando via. Stanotte abbiamo dormito nei parcheggi aperti degli alberghi, sui lettini da spiaggia, sono stati bravi e gentili. Ci hanno dato accappatoi, asciugamani, ci hanno fatto entrare nelle camere a luci spente e abbiamo preso ciò che potevamo e siamo nuovamente usciti”.
Impossibile fare di più. Lacco Ameno, dove Saverio e Raffaella si trovano, è una delle zone più colpite dal terremoto. Il loro hotel, il Michelangelo, ha subìto diversi danni, anche se l’area più martoriata dal sisma è Casamicciola.
“Quando è successo – prosegue Saverio – eravamo a Ischia Porto e non abbiamo sentito nulla. È andata via la corrente, abbiamo avvertito qualcosa di strano ma non la gravità della situazione. È stata poi una cameriera della pizzeria in cui eravamo ad accorgersi del terremoto. Quindi si è sparsa la voce, abbiamo preso un taxi e siamo tornati in albergo. E qui ci siamo accorti di ciò che davvero era successo. Le camere erano parecchio danneggiate: non potevamo affacciarci al balcone, c’erano due crepe, lo specchio si era spostato di parecchio”.
Saverio e Raffaella si sono confrontati con gli ospiti dell’albergo che avevano deciso di restare lì a cena, dove avrebbero potuto esserci pure loro. E la descrizione dei fatti lascia sbigottiti. “Erano scossi – conclude – e mentre cenavano hanno sentito un botto, si sono rotti tutti i vetri, poi caduti per terra. A quel punto sono usciti fuori tutti”.
Ora la voglia, da parte di tutti, di tornare. E dimenticare incubo e paura.