Cronaca

Molfetta si stringe attorno a d’Ingeo. Il raduno sotto casa dell’attivista

Luigi Caputi
Il raduno per esprimere solidarietà a Matteo d’Ingeo
Nella notte tra venerdì e sabato, l'esplosione di una bomba carta nei pressi dell'abitazione del coordinatore del Liberatorio politico
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Organizzazione spontanea. Reazione ragionata. Ieri sera, in via Quintino Sella13, si è radunata una considerevole fetta di cittadinanza politicamente e socialmente attiva.

L’intento unanime delle persone presenti è stato quello di affiancare, umanamente e ideologicamente prima ancora che fisicamente, Matteo D’Ingeo.

Il coordinatore del Liberatorio politico è stato vittima, nella notte tra venerdì scorso e ieri, di una nuova intimidazione da parte di parte di individui non ancora identificati dagli inquirenti.

In un precedente episodio di minaccia, gli aggressori si erano “fermati” al di qua del portone dell’abitazione di via Quintino Sella per lanciare il proprio messaggio di ostilità nei confronti di D’Ingeo. Nell’ultima occasione, invece, è stata varcata una prima e preoccupante soglia, reale e al tempo stesso simbolica.

Gli incogniti (per il momento) vandali si sono spinti sino al ballatoio, a ridosso della porta di casa del coordinatore di Liberatorio, e hanno fatto esplodere lì una bomba carta. Ai danni materiali della parte esterna dell’abitazione si sono uniti i danni morali e psicologici inflitti ad una personalità evidentemente ritenuta scomoda e non tollerata da una parte incivile della città.

Passo dopo passo, la vicenda sta accrescendo il proprio carico di gravità e pericolosità. “Non riesco a dire nulla in questo momento- ha dichiarato ai nostri microfoni il destinatario dell’eloquente e prepotente messaggio- posso solo constatare come la mia situazione divenga sempre più delicata. C’è qualcuno che vuole colpirmi, e sino ad ora sta riuscendo a farlo. Se non dovesse mutare l’attuale situazione mi vedo costretto a temere e prevedere il peggio nei miei confronti. Non per questo cesserò di parlare e operare contro l’illegalità e l’inciviltà, ma è evidente che mi trovo in isolamento. Non sono stato ascoltato, sono stato ignorato da una buona fetta di concittadini, amministrazione e stampa comprese; le conseguenze sono qui sotto gli occhi di tutti”.

Il raduno tenutosi davanti al portone violato due notti fa è stato frutto di un accordo implicito e quasi istintivo fra tutti coloro che sono rimasti spiacevolmente colpiti da quanto accaduto. Hanno presenziato al sit-in esponenti della vita politica molfettese passata e presente: dal consigliere comunale e segretario provinciale di Rifondazione Comunista Gianni Porta al presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni; dall’assessore al marketing territoriale Pasquale Mancini all’ex presidente dell’Asm Antonello Zaza.

Ha offerto il proprio sostegno a D’Ingeo anche Marta Palombella, ex vice-sindaco di Molfetta nei primi anni 90’ sotto la giunta Guglielmo Minervini. Parliamo di una donna che, prima ancora di sostenere il governo dell’ideatore di “Bollenti Spiriti”, ha fatto parte, seppur come membro dell’opposizione, del consiglio comunale dell’amministrazione tristemente e prematuramente terminata con l’omicidio mafioso di Gianni Carnicella del 7 luglio 1992 “Ho vissuto- ci ha detto- anni di grande tensione civica e sociale. Quanto sta accadendo a Matteo è diverso ovviamente da quanto abbiamo visto verificarsi in passato. Molfetta, sul piano della legalità e della civiltà, è divenuta una città migliore e molto più sicura. Eppure determinati episodi continuano a manifestarsi. È evidente che il coordinatore di Liberatorio Politico sta lottando da solo e vanamente contro forze sleali e criminali che rappresentano un residuo di quelle imperversanti nel 1992. Un residuo che, fino a quando continua ad agire senza venire individuato e estirpato, rappresenta una concreta minaccia alla nostra stabilità. Siamo qui per sostenere il nostro compagno di lotta alla criminalità. Non vogliamo fermarci a questo raduno improvvisato e spontaneo, vogliamo organizzare qualcosa di ancor più concreto e significativo”.

Questo intento è stato confermato ieri anche dai rappresentati del mondo dell’associazionismo. Il presidio Libera di Molfetta e Azione Cattolica hanno infatti espresso la loro solidarietà e volontà di unirsi in un’assemblea pubblica di protesta contro atti come quello verificatosi due giorni fa. Tra gli organizzatori dello spontaneo raduno civile c’è stato anche Corrado Minervini. “La data, il luogo e il modo della prossima manifestazione- ha affermato l’esponente molfettese di Democratici e Progressisti- sono ancora da definirsi. Quel che è certo è che non possiamo più tollerare ulteriori atti di anti-legalità. Eventi del genere, nella storia della nostra città, hanno portato ad esiti tragici, ci è andata di mezzo la vita delle persone. Pertanto intendiamo fare sul serio, agire lucidamente. Quanto stiamo facendo ha un senso e avrà continuità, è e deve essere solo un inizio”.

domenica 17 Giugno 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 12:38)

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