Cultura

“Eroine ogni giorno”. Il senso profondo dell’8 marzo secondo Betta Mongelli

La Redazione
Betta Mongelli
"I poteri forti sono ancora al maschile. Meglio comunque combattere sempre per le idee"
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La festa delle donne. E non della donna. È questo il senso profondo dell’8 marzo secondo Betta Mongelli, assessore alla Cultura nell’amministrazione Natalicchio, donna che non è esagerato definire esemplare per l’impegno profuso nelle attività culturali legate alla città e non solo.

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“Ci sono delle importanti presenze femminili nella nostra storia – esordisce la Mongelli – penso a Rosaria Scardigno per esempio. Poi ci sono gli aneddoti raccontati dalla storiografia locale, come quello di Rosa Picca, tipica vicenda di campanile da cui si sviluppano figure eroiche. Ma l’eroismo non è solo quello che porta fama, bensì quello di centinaia e centinaia di donne che vivono l’anonimato anche nel quotidiano”.

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Ecco l’educatrice, quindi. la mamma, la nonna. Donne capaci di conquistare con l’esempio quotidiano un ruolo irrinunciabile.

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“L’8 marzo? – chiediamo alla Mongelli – Non riesco a fare discorsi di parte. Ma i poteri forti sono ancora al maschile e anche gli ultimi eventi del quotidiano nella nostra politica amministrativa lo dimostrano. È difficile essere autentici, staccarsi ed essere fuori dai giochi che ti fagocitano. In generale, però, per mia personale esperienza, nel lavoro, nell’associazionismo, non ho mai avvertito la mia marginalità femminile. Non l’ho comunque messa in primo piano. Ho combattuto sempre per le idee”.

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Battaglia per le idee. E il pensiero corre spontaneo alla Consulta femminile, alla Fidapa, gloriose associazioni, che svolgono azioni importanti, ma non devono essere chiuse, fa capire la Mongelli, nel recinto di battaglie femminili. La battaglia per la bellezza va oltre l’essere uomo o donna.  

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Lo stesso sportello anti violenza costituisce un traguardo per la città, ma è pure un fatto di civiltà, un atto dovuto, una risposta quasi naturale ai problemi del reale. “Si tratta – conclude – della lettura di una società complessa, in cui emerge in modo forte la marginalità della donna. Non se ne può fare a meno, anche se quando abbiamo iniziato a lavorare allo sportello anti violenza abbiamo voluto dare uno sguardo aperto, non solo al servizio delle donne e del violentato”.

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In quest’ottica la donna va tutelata, ma le dinamiche che spingono un uomo a fare del male vanne analizzate, prevenute, evitate. Anche per questo la festa della donna è la festa di tutti. La festa di un’umanità preziosa che va spesso ritrovata. Che ha solo bisogno, finalmente, di tendersi la mano. E non solo l’8 marzo.

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mercoledì 8 Marzo 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 5:54)

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