Annunciato nel sessantesimo anniversario della morte dello scultore Giulio Cozzoli, il 15 febbraio 2017, lo spettacolo multimediale “Con gli occhi di Giulio Cozzoli” nasce dalla volontà di sperimentare una forma comunicativa in grado di parlare più linguaggi che dicano quanto le fonti documentarie già note e le ricerche su documenti inesplorati prima hanno restituito sull’arte ed ancor più sull’artista molfettese.
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Occhi di Giulio Cozzoli, anzi con gli occhi di Giulio Cozzoli. Per rileggere in modo nuovo quello che è apparentemente noto a tutti ma non è evidentemente colto sino in fondo. A cimentarsi in questa impresa un team variegato composto dalla Cooperativa FeArT, dal Teatro dei Cipis, dall’associazione DOT Studio, dal fotografo Cosmo Mario Andriani e dal professore Gaetano Mongelli, coordinati e stimolati dal Museo diocesano di Molfetta e supportati dall’Arciconfraternita della Morte dal sacco nero.
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Cambiando la prospettiva con la quale ci si approccia alle opere del nostro, a partire da quelle più note della sua produzione – ovvero i simulacri del Sabato santo – sino a quelle inspiegabilmente meno note, si apprende l’angoscia ed il tormento di uno scultore della prima metà del XX secolo che perseguiva un concetto di bellezza eterna, imperturbabile, come il bronzo o il marmo. Indagato nel suo intimo, la notte prima di morire improvvisamente, Cozzoli è un uomo in ricerca, convinto di aver dato il suo meglio ma amareggiato per la reazione del suo pubblico.
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La performance teatrale dell’attore Corrado la Grasta vestirà dunque il linguaggio delle animazioni video e dell’astrazione fotografica venerdì 24 e 31 marzo, sabato 1 aprile, alle ore 20, presso l’Auditorium Regina Pacis di Molfetta. Previsto anche un matinèe per le scuole secondarie grazie alla collaborazione con il progetto S.M.A.R.T. – Servizi Museali Artistici e Teatrali dell’Ulixes soc. coop., finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, vincitore dell’avviso pubblico “Giovani per il sociale”.
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