La notte più suggestiva dell’anno, qui a Molfetta, sembra essere un appuntamento con l’eterno e l’immutabile. Il calendario che immancabilmente scandisce gli appuntamenti della sera e della notte del giovedì santo, sembra scritto in tempi antichissimi e rispettato con una sacra devozione, di anno in anno.
Eppure non è stato sempre così e la storia ha più volte variato il proprio corso. Dapprima con una disposizione della Santa Sede del 1956 che andava a regolare gli eventi della Settimana Santa, impedendo a processioni e sacre rappresentazioni raffiguranti la passione e morte di Cristo, di avere luogo prima delle tre del pomeriggio del venerdì Santo, orario biblico coincidente con la morte di Gesù. In seguito, col venir meno della rigidità della riforma, fu acconsentito, prima in via provvisoria e in seguito definitiva, il ripristino degli antichi, tradizionali orari, consentendo a Molfetta di poter rivivere dopo anni le notti di passione.
Il ritorno all’orario notturno avvenne esattamente trent’anni fa, il primo aprile 1988, in quella che è ricordata nei tanti racconti e nelle testimonianze dei nostri concittadini, come una notte speciale. Su tutti gli scritti, il più meritevole di essere riportato alla nostra memoria è quello di Orazio Panunzio, scrittore molfettese, che ricordava l’avvenimento come talmente straordinario, da essere ormai insperato, o che magari, data la coincidenza con la data, si trattasse “di un ‘pesce d’aprile’ ordito dall’antico avversario dell’uomo e di ogni sua possibile felicità: il diavolo”.
Un evento la cui unicità potette essere ricordata solo dai più adulti concittadini che l’avevano vissuta in un’epoca del tutto diversa, in cui no vi erano alcuni apparecchi tecnologici, come quelli delle riprese televisive. Tanto clamore e tanta mobilitazione portò infatti quella notte, potendo essere magari l’unica dopo anni, data la provvisorietà del nuovo provvedimento.
Una notte di fermento scolpita nella storia, a cui per fortuna, ne sono seguite altre, potendo edificare queste ore, come le più sacre e suggestive dell’anno molfettese.