Immersione ipnotica a ritroso. Tuffo in un mare di suggestioni medievali, in affascinanti melodie avvicinate da un tempo lontano. Sabato, nel deposito delle reti del peschereccio “Maria Domenica” della famiglia Facchini, in via Madonna dei Martiri, si è esibito il musicista molfettese Giovannangelo De Gennaro.
In un’alternanza strumentale stimolante e ben calibrata, l’artista di fama nazionale ha suonato i brani del suo primo disco inciso da solista. “VIA. Immagini sonore di un viandante” è il titolo dell’opera offerta al pubblico molfettese dall’organizzazione e sensibilità culturale della Fondazione Guglielmo Minervini.
Il concerto ha avuto luogo in uno scenario atipico, lontano da qualsivoglia mondanità o compostezza formale, tra reti, salvagenti, attrezzi vari da pesca, con un gatto libero di circolare e bandiere della pace più che mai attuali in questi giorni incisi nel profondo dalla presenza papale e dal ricordo di Don Tonino.
Giovannangelo De Gennaro ha suonato strumenti medievali artigianali da lui stesso fabbricati: dal flauto traverso alla viella, dalla fisarmonica alle cornamuse. Si è quindi udita la voce del musicista molfettese, che ha cantato e narrato la sua storia di infaticabile e appassionato camminatore.
Il suo disco è stato inciso in viaggio, lungo un cammino, non studiato a tavolino ma scavato nel terreno, scolpito nella pietra, sudato sul campo. “Il camminatore- è intervenuto il protagonista della serata- può godere del vantaggio di essere un eccellente osservatore, può avvalersi di un’abbondanza esplosiva di stimoli sensoriali e intellettuali”.
Il viaggiare a piedi lungo i sentieri della via francigena si è conciliato con l’arte, è stato presupposto fondamentale per l’incisione dell’ultimo disco di De Gennaro.