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Giovanni Abbattista e la questione urbanistica: “Che errore quell’atto di indirizzo…”

La Redazione
Giovanni Abbattista
"Vicenda emblematica, contiene in sé i limiti e le contraddizioni che hanno contribuito a determinare la crisi dell'amministrazione Natalicchio"
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Rigenerazione urbana e consumo di suolo. Sono alcuni dei temi che negli ultimi anni “hanno fatto” la politica. Si riferiscono all’urbanistica, protagonista nelle campagne elettorali ma anche nella vita amministrativa recente. E dopo l’incontro di venerdì organizzato da Comitando, che ha ribadito con forza la centralità della questione, abbiamo ripreso il discorso con Giovanni Abbattista, esponente di Dèp (Democrazia è partecipazione), ex Pd, ex assessore ai Lavori pubblici.
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nGiovanni Abbattista, cosa pensa dell’atto di indirizzo per il nuovo piano urbanistico generale?
nAll'epoca dell’adozione dell'atto di indirizzo ero in giunta, si parla del 17 luglio 2015, il giorno stesso  in cui il sindaco rassegnò le dimissioni. Nell'occasione espressi il mio dissenso, motivato sia da ragioni di metodo che di merito.
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nNel metodo cosa ritiene non abbia funzionato?
nL’atto di indirizzo al Pug è un atto importante per la vita di una comunità, avvia un percorso con il quale si disegna il futuro di una parte della città. Un atto che prelude a una complessa attività da svolgere con il coinvolgimento di tutte le risorse attive presenti sul territorio, attività che non puoi lasciare nelle mani di chi verrà ad amministrare la città dopo le tue dimissioni. Insomma era evidente la contraddizione di quell'atto di indirizzo adottato un attimo prima di rassegnare le dimissioni, quando era evidente che non avremmo potuto coltivarlo, riempiendo di senso quella delibera. Ma come se non bastasse, quell'atto non era stato mai discusso in alcuna sede, arrivò in giunta senza il coinvolgimento delle forze politiche.
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nCosa successe quel giorno?
nLa giunta era dimezzata: non era rappresentato il Pd, mancava il vicesindaco, erano presenti e disposti ad approvare la delibera solo tre assessori su sei oltre al sindaco, assessori che erano rappresentativi di soli cinque consiglieri su 17 della maggioranza, maggioranza ribadisco mai coinvolta nella discussione dell'importante scelta che andavamo a fare, con il sottoscritto che aveva espresso tutte le sue motivate perplessità sull'opportunità di approvare comunque l'atto. A fronte di un quadro così fragile sotto il profilo politico ed amministrativo, il sindaco e l'assessore hanno comunque  preteso di approvare la delibera.
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nPer l’ex sindaco però quella delibera era in linea con gli obiettivi del programma elettorale.
nEra evidente che quell'atto era destinato a risolversi in una sterile  declaratoria di principi, nella migliore delle ipotesi a poter rivendicare in qualche sede il  presunto “merito” di aver portato avanti scelte illuminate, progressiste, dimenticando però che eravamo forza di governo e che avevamo ben altre responsabilità, la  responsabilità di adottare noi il piano regolatore con il quale perseguire la linea del risparmio di suolo. La vicenda dell'approvazione dell'atto di indirizzo al PUG la considero emblematica, perché contiene in sé i limiti e le contraddizioni che  hanno contribuito a determinare la crisi dell’amministrazione Natalicchio.
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nIn che senso?
nIl collegamento faticoso tra la giunta e le forze politiche, il  rapporto tra il sindaco ed i consiglieri di maggioranza hanno sempre risentito di una conduzione leaderistica di Paola, le dinamiche politiche interne alla maggioranza hanno sempre pagato il prezzo di una personalizzazione dei rapporti politici che io considero assolutamente deleteria per la vita di un'amministrazione. Paola è stata entusiasmante in campagna elettorale, ma dopo ha coltivato il suo protagonismo a discapito del coinvolgimento delle forze politiche, ha sostituito il conflitto alla mediazione, rimanendo  alla fine vittima di questo approccio. Io penso insomma che Paola abbia mancato nel sentirsi autenticamente rappresentativa di tutta la comunità che l'aveva sostenuta nel 2013. Ecco, Il mio rifiuto sofferto di votare la delibera di indirizzo al PUG è stato il mio grido di allarme rimasto però del tutto inascoltato.
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nNon può essere che la sua comunità politica non facesse nulla per condividere quell’obiettivo?
nAssolutamente no. La priorità del risparmio di suolo quale criterio informatore della nuova programmazione urbanistica era condivisa da tutte le forze politiche, così come la necessità che nella nuova programmazione l'attività edilizia venisse orientata verso il riuso ed il recupero del patrimonio edilizio esistente. L'assessore all'Urbanistica avrebbe dovuto con umiltà predisporsi all'ascolto ed attraversare la fatica del confronto e della discussione,  avere l'ambizione di  fare molto più  che un vuoto atto di indirizzo.
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nNel merito invece di cosa non era convinto?
nIn un passaggio volutamente criptico l’atto di indirizzo prevede di “gestire i diritti edificatori acquisiti all'interno di una prospettiva di limitazione di consumo di suolo” che vuol dire incidere in riduzione attraverso il nuovo PUG anche su quella parte di piano attualmente vigente e non attuato, in altri termini rimettere in discussione le posizioni di quanti hanno da venti anni  coltivato aspettative di diverso tipo, si sono obbligate, magari hanno assunto impegni negoziali, pagando le maggiori imposte perché calcolate su terreni considerati edificabili. A me questa scelta sembra insostenibile politicamente e foriera di sicuri contenziosi che un'amministrazione responsabile non può decidere di affrontare semplicemente rivendicando la propria autonomia nelle scelte in materia urbanistica.

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Qual è la sua posizione sul tema tra nuova programmazione e attuazione del piano vigente?
nLa parte politica alla quale appartengo ha sempre espresso una posizione che io definisco di buon senso e responsabilità: una cosa è la programmazione futura, altra è il piano vigente da attuare, seppure con il rispetto e gli adeguamenti indotti dai piani sovraordinati. Abbiamo insomma sempre considerato efficace la risposta data sulla questione dall'assessore regionale Barbanente la quale, in un'occasione pubblica molto partecipata a Molfetta, ha invitato ad avere sulla questione uno sguardo strabico, ossia ispirare al principio del consumo zero del territorio il nuovo PUG, ma attuare quello vigente nelle parti non completate. Mi chiedo se l'ex assessore all'Urbanistica sul punto si sia  ravveduta almeno quando ha dovuto registrare che anche i relatori dell'iniziativa pubblica organizzata da Comitando alla quale ha partecipato, hanno demolito la tesi che in maniera del tutto autoreferenziale ha preteso di far approvare nella giunta.
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nMa lei è a favore del risparmio di suolo?
nAssolutamente sì, non è possibile immaginare una nuova programmazione del territorio che non metta al centro la priorità del risparmio del territorio, il rispetto dei piani sovraordinati, sono convinto debba diventare tema centrale del programma elettorale anche della prossima coalizione di centro sinistra.
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nMa il programma elettorale non è il sacro punto di riferimento in questi casi?
nNemmeno i testi sacri sono immuni da interpretazioni divergenti e il programma elettorale non è certamente un testo sacro. Lungi dall'essere un'arma da brandire ogni qualvolta qualcuno la pensa diversamente, va considerato quale traccia di lavoro per ogni amministrazione che in campagna elettorale abbia assunto impegni verso la città e che venga chiamata a misurarsi quotidianamente con una realtà dinamica.
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nRitiene quindi che l’amministrazione Natalicchio sia caduta per queste contraddizioni?
nIn una bella intervista riemersa in occasione della sua recente morte, Tina Anselmi ha spiegato di aver imparato dalla Resistenza che i grandi risultati possono venire solo da uno sforzo collettivo. Ecco, Paola ha voluto assumere solo su di sé il peso di una sfida che anche le sue spalle forti non avrebbero potuto reggere.
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nRitiene possibile un riavvicinamento delle forze di centro sinistra molfettese?
nStiamo lavorando per questo. Penso si debba ripartire dalle cose buone fatte nei tre anni di governo e dalle forze politiche che avrebbero voluto continuare a sostenere l'amministrazione Natalicchio. 
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nMa come la mettiamo con le liste civiche pronte ad appoggiare una coalizione di grande centro?
nSu questo voglio dire una cosa precisa: non  possiamo proporci di governare la città con chi ha interpretato un modello che abbiamo sempre combattuto, con chi è stato organico alle scelte che ci hanno diviso negli anni. Non mi convince certamente chi oggi si propone come nuovo paladino di un generico “fare”, ritenendo superate le categorie di destra e sinistra. Io invece credo debbano continuare a esistere, vi debbano essere chiare e distinte visioni da offrire come proposte agli elettori.
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nCrede davvero che il centro sinistra possa ricostituirsi?
nSe abbiamo intelligenza politica, se non ci smarriamo e continuiamo a rimanere fedeli alla nostra storia ed a  ritenere che un progetto politico non può mai essere un mero accordo per il potere,  possiamo essere in partita, non dimenticando però che oggi il vero cambiamento sta nell'affrontare le sfide collettivamente, come ci ha ricordato Don Luigi Ciotti  nel suo indimenticabile discorso in cattedrale la notte di capodanno del 2015.

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mercoledì 23 Novembre 2016

(modifica il 30 Luglio 2022, 8:33)

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giuseppe petruzzella
giuseppe petruzzella
7 anni fa

Sono tra quelli che per venti anni hanno dovuto suo malgrado pagare imu su suolo cosiddetto edificabile, ma nella pratica no se l’amministrazione comunale non adegua il vigente PRG agli attuali strumenti sovraordinati e non adotta i piani particolareggiati di sua competenza, così come è avvenuto in questi lunghi anni. È cosi che cittadini incolpevoli continuano a essere vessati mentre si discute e non si riconoscono, nella pratica, i diritti che a questi sono stati imposti a loro insaputa da chi ha deciso di adottare questo PRG.
Alle prossime amministrative ci ricorderemo di chi continua a non voler capire che c’è un limite a tutto questo.