Politica

Paola Natalicchio: “Prima mi hanno applaudito, poi hanno provato a fare i burattinai”

La Redazione
Paola Natalicchio
La replica dopo l'intervista rilasciata da Giovanni Abbattista
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Dopo lintervista a Giovanni Abbattista, esponente di DèP, sul tema dellurbanistica, e in particolare modo sullatto di indirizzo al Piano urbanistico generale, intervista in cui non sono mancati i riferimenti a Paola Natalicchio, arriva la replica dellex sindaco. La pubblichiamo integralmente.

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Cari amici di Molfettalive,

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ho letto con attenzione l'intervista rilasciata alla vostra testata dal mio ex assessore al Porto, alle Opere Pubbliche e agli Appalti e Contratti Giovanni Abbattista e ritengo utile contribuire al bel dibattito che si è acceso dopo l'iniziativa sul Consumo di Suolo Zero promossa da Comitando per provare a fornire ulteriori elementi all'appassionante questione e alla posizione chiarissima di Abbattista.

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Giovanni finalmente chiarisce senza giri di parole che lui non ha votato l'atto di indirizzo sul nuovo Piano Urbanistico Generale che la giunta approvò nel luglio 2015. Dà una sua versione dei fatti. Dice che era il giorno delle mie prime dimissioni: vero, anzi verissimo. E io proprio per quello chiesi di portare in votazione la delibera. Per evidenziare una delle ragioni decisive di quelle dimissioni, legata alle pressioni che in quelle ore ricevevo da Annalisa Altomare, presidente della commissione Urbanistica, che aveva appena lasciato la sua carica.

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Lapprovazione nel giorno delle dimissioni

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Volevo segnare la fine del nostro mandato evidenziando su quali scelte mi sembrava ormai impossibile tenere insieme forze politiche ormai in disaccordo. È vero: mancavano il vicesindaco e anche l'assessore Marilena Lucivero. Giovanni cita solo il vicesindaco nell'intervista, perché si diverte forse a sollevare ostilità tra me e Bepi. Una pochezza che mi colpisce alquanto e che mi fa capire che la campagna elettorale è davvero cominciata.

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Bepi e Marilena erano in ferie, quindi gli unici che si rifiutarono di firmare quell'atto di indirizzo in giunta furono Dep (rappresentata da Abbattista) e il Pd (che aveva ritirato il suo assessore, Tommaso Spadavecchia, chiedendo un rimpasto: anche su questo vorrei che la memoria dei fatti fosse meno selettiva anche per ricordare che le mie dimissioni non furono capotiche e servì l'intervento del Pd nazionale per provare a riprendere il mandato).

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Le diverse visioni sullUrbanistica

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Abbattista chiarisce quindi in via definitiva che Dep e il Pd avevano una visione sull'urbanistica chiara: niente Piano Urbanistico Generale prima del completamento del Prg vigente. Maggioritaria tra i consiglieri comunali. È vero? Sì, è vero. Ma è anche vero che nel nostro programma elettorale era scritto altro. Ed era scritto che del Prg si sarebbero portate avanti tutte le partite sostenibili, migliorandole al massimo nella qualità urbana.

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E lo abbiamo fatto: il comparto 17, la Maglia Mercato, i comparti 3 e 5, via Terlizzi e financo il comparto 18, con un accordo storico in riduzione di volumetrie. Dopo di che noi avevamo promesso un rilancio della pianificazione. Fatto anche questo: Piano Urbanistico della Mobilità Sostenibile, Piano Energetico Sostenibile e Piano delle Coste. Con campagne d'ascolto che hanno coinvolto Agenda 21, i comitati di quartiere, le associazioni di categoria, gli stakheolders.

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E però l'avvio del Piano Urbanistico Generale, alla luce del sovradimensionamento del Prg vigente era un impegno preciso. E diciamolo con chiarezza: la discussione in maggioranza non c'è stata non perché c'era un sindaco-dittatore e un assessore fanatico che plagiava il sindaco (caricatura assai in uso del rapporto tra me e l'avvocato Rosalba Gadaleta, che abbiamo avuto a limite un solo peccato: l'assoluta sintonia nella linea politica e il coraggio di portarla avanti fino in fondo).

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La discussione è stata avviata più e più volte, anzi si può dire che questa maggioranza era ossessionata dal "derby" tra PRG e PUG. Semplicemente eravamo divisi. In un modo che si è rivelato inconciliabile. Perché sviluppare tutte le cubature del Prg vigente in nome dei "diritti acquisiti" e del "contenzioso che avrebbe affossato il comune" era la posizione di Abbattista, del Pd ma non quella del nostro programma.

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Posizione di Dep e del Pd

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E perché la posizione di Dep e' ipocrita: "la riduzione di suolo si raggiunge con l'adeguamento agli strumenti sovraordinati", sento ripetere. Ma allora come mai l'adeguamento al PUTT non e' riuscito ad arrivare all'approvazione del Consiglio Comunale? "Non era stato discusso con le forze politiche", ripeteranno come un mantra. E invece la verità' é semplice, come sempre: l'adeguamento al PUTT avrebbe generato problemi edificatori al Maxicomparto e al B21 (zona Park Club) e molti consiglieri questi problemi non li volevano. E il Pd in cui ai tempi militavano anche gli esponenti di Dep ci chiese esplicitamente di non portare il provvedimento in consiglio.

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È questa la melina infinita a cui siamo stati sottoposti. La posizione di Dep e del Pd su questo è sempre stata sostanzialmente la stessa: l'urbanistica gradualistica, l'urbanistica concertata. Pallone su pallone, comparto per comparto, per strappare migliorie. Ma senza mettere in discussione un Piano Regolatore dimensionato a 70mila abitanti, redatto prima della crisi economica, ormai datato. Senza l'ambizione di lanciare in città una coraggiosa inchiesta sulla casa: sul rapporto tra costruito e invenduto, sul danno che stanno subendo i piccoli proprietari di seconde case che non riescono ad affittarle. E se è vero che esiste il tema della tassazione ingiusta dei suoli dichiarati edificabili dal PRG, c'è stata una sola amministrazione negli ultimi anni ad abbassare le tasse e a rivedere i valori venali dei comparti: la nostra.

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Non sostenuta neanche dagli amici

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Non la faccio lunga e dico una cosa: Abbattista fa bene a chiarire alla città come la pensa. E la città adesso potrà ben capire che al di là delle parole di circostanza il sindaco Natalicchio non era sostenuto nemmeno dagli "amici" e non per la solita barzelletta del cattivo carattere, del leaderismo, della personalizzazione, delle ambizioni di carriera politica. Ma perché, questo sì, il sindaco aveva una linea politica sintetizzata nel programma elettorale. E la portava avanti anche quando si trattava di toccare interessi forti. Mostrando però (come nel caso del comparto 18) di non avere pregiudizi e posizioni preconcette.

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Forse qualcuno, Abbattista in testa, si aspettava che la storia raccontata all'inizio dal Senatore Azzollini della "ragazza che veniva da Roma", come direbbe Giovanni "entusiasmante in campagna elettorale" ma poi incapace ad amministrare fosse vera. E quindi erano tutti molto pronti a vestire i panni dei burattinai della giovane inesperta giornalista brava a fare manifesti e comizi.

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Io la sfida della buona amministrazione invece l'ho abbracciata fino in fondo. Con la dedizione e lo studio che Abbattista, che ha passato i giorni e le notti con me sui provvedimenti e nelle riunioni di maggioranza, ben conosce. Poi, come tutti i sindaci del mondo, ho preso decisioni. Anche scomode. Così scomode che il giocattolo del centrosinistra unito si è rotto.

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Volevano che facessi i compiti sotto dettatura

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Parliamo delle decisioni, allora, ma magari scendendo dalle cattedre e smettendola con le macchiette dei poveri consiglieri e dei poveri assessori succubi di un sindaco solitario ed esuberante. Non ci crede nessuno. Perché tutti sanno che alla base di questo mandato c'è stato il movimento collettivo di “corso Umberto 105”, il lavoro collettivo di scrittura del programma, il confronto continuo con i cittadini del centro e delle periferie. Il grande errore che forse ho fatto è stato originario: credere di tenere insieme le mele con le pere. E pensare che davvero la fiducia nei miei confronti di chi mi applaudiva sotto i palchi nel 2013 fosse autentica. Che davvero si volesse puntare su una giovane donna, sulle sue idee, sulla sua voglia di innovare la politica locale e i suoi processi.

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Pensavo che davvero ci si volesse mettere tutti in discussione: generazioni diverse, partiti e movimenti insieme. Poi ho capito che finché servivo a prendere voti e a resuscitare un centrosinistra privo di credibilità, che aveva consumato un divorzio serio tra società politica e società civile, andavo bene. Per il resto avrei dovuto soltanto fare i compiti sotto dettatura. Spero solo che il prossimo pollo da spennare abbia piume più resistenti o stomaco più digerente. Lo spero per la città.

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mercoledì 23 Novembre 2016

(modifica il 30 Luglio 2022, 8:33)

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MIMI SPDAVECCHIA
MIMI SPDAVECCHIA
7 anni fa

tutto vero, ma questo il cittadino l’elettore lontano dal PALAZZACCIO non lo sà forse era MEGLIO e piu fattibile che tutto si pubblicava con un COMIZIO per dare molto più credibilità del tuo OPERATO

piergrden
piergrden
7 anni fa

Paola evita di replicare per far vedere che ti occupi ancora di una città sedotta ed abbandonata. Torna a Roma cerca di fare se ci riesci la giornalista

Vito totorizzo
Vito totorizzo
7 anni fa

Chiacchiere ed argomentazioni che lasciano il tempo che trovano . La verità è L evidente arretratezza di una Città in cui per tre anni hanno prevalso chiacchiere e non fatti .diamoci da fare per riprendere il ruolo che spetta alla nostra Città ed alla sua Comunita

sandro de bari
sandro de bari
7 anni fa

Io capisco che queste dichiarazioni possono dare fastidio a “lor signori”, infatti leggo tra i commentatori nominativi di persone che non hanno potuto espletare il loro bussiness privato grazie all’intervento dell’ex Sindaco. Io ho visto nella d.ssa Natalicchio l’unico Sindaco, da quanto sono nato, e non sono un ragazzino, che si è interessato dei problemi concreti dei cittadini e della Città senza mai pensare ai tornaconti personali e dei propri amici. Forse è questo che ha dato fastidio ai politici di lungo corso molfettesi, compresi quelli che l’hanno appoggiata nella prima ora convinti che fosse una persona facilmente manovrabile. Lei ha tenuto sempre la “barra dritta” pensando solo alla Città e ai cittadini non alle lobbies; ovviamente come stiamo scoprendo in questi giorni in testa ai suoi nemici la “comitiva dei palazzinari” che annovera tra le sue fila molti che si definiscono d”

Franco Lieto
Franco Lieto
7 anni fa

Quello che avrebbe dovuto fare e non ha fatto la passata Amministazione sull’Urbanistica – Prioritariamente non ha predisposto un Piano dei Servizi per i comparti già edificati e per quelli da edificare; in presenza di un’inchiesta “Mani sulla città” non ha ottemperato a quanto riportato all’Art. 5 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG: “…L’Amministrazione Comunale procederà periodicamente alla redazione di un rapporto sullo stato di attuazione del piano, che sarà oggetto di valutazione da parte del Consiglio
Comunale…” Conseguenze: il ponte su Lama Cupa non si realizzerà perchè la sede stradale è occupata nella parte finale da un immobile di nuova costruzione; l’allargamento del sottopasso ferroviario non è stato progettato dai compartisti e la strada sulla cava del cimitero sarà opera morta.