Il nuovo sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è stato votato con 13.827 voti, il 57,06% cioè dei 24.233 voti validi. La sua diretta avversaria, Isabella De Bari, si è fermata invece a quota 10.406.
Al netto delle percentuali di vittoria, si tratta di un dato per cui Molfetta e i molfettesi non possono sorridere. Nel giorno più atteso, da un anno a questa parte, si è recato alle urne il 44,79% degli eventi diritto. Si tratta di un numero bassissimo, non solo più basso del 60% abbondante del primo turno, non semplicemente inferiore di oltre dieci punti percentuali a quello del ballottaggio 2013. È il secondo dato più basso in Puglia, e solo Taranto, le cui vicissitudini sono note in tutto il mondo, ha fatto peggio in termini di partecipazione.
Se consideriamo la partecipazione in senso lato, in realtà, ai 24.233 voti validi vanno aggiunti il migliaio di schede bianche o nulle che rimpinguano relativamente il numero dei votanti (25172). Un dato quasi periferico, va detto, nel contesto dell’analisi che si va facendo.
Ciò che ne vien fuori, e questo è un dato oggettivo e bipartisan, è la scarsa affezione dei molfettesi per questo momento di partecipazione democratica. La gente ha preferito andare al mare, starsene a casa, andarsene a zonzo, piuttosto che recarsi alle urne. Il partito vincitore, in questo senso, è per distacco quello del non voto.
Ecco, un numero risalta: considerando il numero totale degli aventi diritto (56193), i voti con cui ha vinto Minervini rappresentano solo il 24,6% del totale. In sostanza il prossimo sindaco di Molfetta incontra il favore di un elettore su quattro, e la sua sfidante porta a casa il 18,5% (meno della preferenza di una persona su 6).
Cifre emblematiche, che vanno lette con attenzione e gravità, a prescindere dal successo o dalla sconfitta. Per dirla con le parole di Nicola Piergiovanni, intervistato a riguardo nei minuti post vittoria, “la bassa affluenza è un dato negativo per chi fa politica, i cittadini sono lontani. Dobbiamo essere concreti e seri, senza illudere le persone. Altrimenti accade che vadano in pochissimi a votare, e questo non è giusto”.