L'intervista

Regolamento edilizio, Mastropasqua: «Garantiremo i diritti acquisiti»

La Redazione
L'assessore molfettese all'Urbanistica Pietro Mastropasqua
"Non si potrà costruire né un mattone in più né in meno rispetto al passato. E siamo stati il primo Comune ad adeguarci alle indicazioni nazionali"
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Tra gli argomenti politici, non solo a Molfetta, che stanno caratterizzando le cronache quotidiane in queste settimane, c’è senz’altro il regolamento edilizio. Diventato argomento di discussione e di polemica già dalla penultima seduta di Consiglio comunale, in cui si rinviò la questione, è stato affrontato nell’ultima seduta a palazzo Giovene. L’adeguamento è stato approvato, dopo una seduta fiume e una lunghissima lettura degli articoli che compongono il regolamento. Per approfondire il tema, abbiamo incontrato l’assessore all’Urbanistica Pietro Mastropasqua.

Assessore Mastropasqua, ci spiega bene in cosa consiste quest’adeguamento?
Si tratta di un adeguamento imposto dalla normativa. La questione nasce nel 2014 con il decreto legge Sblocca Italia: per esigenze di semplificazione e uniformità dei regolamenti edilizi era stato prevista in sede di conferenza Stato-Regione la redazione di un regolamento edilizio unico. Secondo il legislatore dava dei vantaggi: unico regolamento, unica giurisprudenza, utilità per i tecnici che magari si spostano da un paese all’altro. Era considerata una misura per il rilancio dell’edilizia.

Cosa c’è nel regolamento imposto dallo Stato?
Lo Stato ha dato 42 definizioni uniformi e una sorta di schema di regolamento, concedendo spazio ai Comuni di gestire le questioni specifiche.

Come si sono mossi i Comuni per recepire queste indicazioni?
Le commissioni hanno lavorato per due anni per preparare il provvedimento e il 20 ottobre 2016 hanno trovato l’intesa, prevedendo la procedura di recepimento: prima sarebbe toccato alle Regioni, poi ai Comuni. La Regione Puglia si è adeguata per prima con la legge regionale 11 del 2017 e ci ha dato 180 giorni fare il nostro.

180 giorni che scadevano il 15 novembre.
Siamo il primo Comune pugliese ad essersi adeguato. Se non ci si adegua, non si ha la possibilità di gestire in maniera specifica le parti non regolamentate dallo Stato. E di fatto si crea un vulnus. Noi abbiamo dato agli operatori uno strumento che altrimenti sarebbe stato inapplicabile. Non era semplice. Non a caso la Regione ha prorogato i termini per l’adeguamento al 31 dicembre. Molti Comuni avrebbero rischiato di non farcela.

Come si è arrivato all’adeguamento molfettese?
Il regolamento proviene da un grosso iter partecipativo, con cinque o sei commissioni, ci siamo confrontati con i consiglieri di opposizione, abbiamo avuto tre incontri con i tecnici, l’ultimo dei quali con Pisicchio, con la partecipazione di Masciopinto, presidente dell’ordine degli ingegneri di Bari, e De Nicolò, vicepresidente dell’ordine degli architetti di Bari. Poi abbiamo incontrato Agenda XXI e le associazioni molfettesi.

Ma quali sono i cardini di questo regolamento sotto il profilo contenutistico?
Ce ne sono tanti. Partiamo dal contributo di costruzione: si potrà rateizzare, ma subordinando il tutto al versamento della prima rete e a una polizza fideiussoria. Abbiamo specificato in quali istituti si può fare la polizza, stabilendo le clausole della garanzia finanziaria.

Un fatto di trasparenza.
Con lo stesso principio, sull’albo pretorio online, oltre ai permessi a costruire, pubblichiamo l’elenco delle SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività).

Per quanto riguardo le faccende più concrete legate al possesso di una casa?
Abbiamo consentito l’uso abitativo degli ambienti a seminterrato, vietato da una delibera del 2008. In realtà si tratta di una parziale modifica: l’uso sarà possibile solo a determinate condizioni. È anche una risposta all’esigenza sociale della famiglia allargata. Specifico, visto che qualcuno aveva inteso così, che i garage non saranno mai abitabili.

Come vi siete mossi per l’edilizia sostenibile?
Abbiamo pensato a incentivi volumetrici, in cambio di un’edificazione sostenibile. Sia nell’ambito del piano casa che nelle norme dell’abitare sostenibile.

Dalla sostenibilità all’ambiente. Non crede che i condomini attuali abbiano problemi di logistica per la raccolta differenziata porta a porta?
Abbiamo pensato a uno spazio destinato alla raccolta differenziata. Negli edifici condominiali, in area esterna o in locale condominiale, saranno posizionati dei contenitori carrellati. In più abbiamo provveduto a molte altre cose, solo in apparenza piccole.

Per esempio?
Maggiore flessibilità sugli interventi di restauro. Siamo intervenuti su altezze e requisiti di illuminazione e di aerazione. Si tratta di una norma che esisteva, ma l’abbiamo attualizzata. Ci siamo adoperati per limitare l’installazione di apparecchiature di gioco d’azzardo e scommesse. Abbiamo predisposto norme di tutela degli elementi lapidei di facciata, e con l’emendamento di Paola Natalicchio, diventa necessaria la previsione del colore verde Molfetta. Infine le piscine: ora non sono ammesse nelle zone agricole, ma posso anticipare che è nostra intenzione prevedere una perimetrazione di zone in cui sarà possibile realizzare piscine. Questo sarà definito nel piano dell’agro.

Qual è la linea guida del vostro percorso?
Alla fine di questo processo, a Molfetta non si potrà costruire né un mattone in più né in meno rispetto al passato. Garantiremo i diritti acquisiti. Gli uffici stanno studiando la soluzione tecnico-matematica per evitare che ci sia una riduzione delle previsioni dimensionali degli strumenti urbanistici vigenti. Siamo moderatamente ottimisti.

sabato 18 Novembre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 20:46)

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