Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Carmela Minuto, candidata al Senato per Forza Italia.
“Nel Parco dell’Alta Murgia, in agro di Gravina e Altamura, principalmente,nla fauna selvatica continua, incontrollata, a causare enormi danni e adnannientare il lavoro di numerose aziende agricole.
Non meno di qualche giorno fa i cinghiali in una sola notte hanno distrutton40 ettari di terreno, appena seminato e spianato, coltivato a ceci, su un fondonagricolo ad Altamura. Il titolare ha dovuto rimetterci oltre 10mila euro pernl’acquisto del seme e altri costi per la preparazione del terreno.
I cinghiali aumentano e la politica, a tutti i livelli, non fa nulla perninteressarsi del problema. Sia chiaro: sappiamo tutti quanto sia importante lansopravvivenza della fauna selvatica per favorire la biodiversità, ma ancor piùnimportante è la salvaguardia dell’agricoltura e delle sue imprese, vere custodindel Parco dell’Alta Murgia.
Il Governo deve farsi carico di efficaci strumenti di controllo delnterritorio e deve saper riconoscere l’equo risarcimento alle aziende chenpatiscono questi attacchi da parte della fauna selvatica.
Gli esperti dicono che il fenomeno è sotto controllo, che non dobbiamonparlare di “emergenza”. Allora quando dovremmo farlo, quando avremo l’invasionendei cinghiali anche sotto casa? In realtà, non si contano, ormai, gli articolindi giornale che denunciano la presenza di mandrie di cinghiali che raggiungononindisturbate le periferie cittadine, che entrano nei parchi, numerosi sononaltresì gli incidenti stradali automobilisti causati dalla loro invasione sullencarreggiate.
La “questione cinghiali” va affrontata seriamente. L’assenza di unnpiano di prevenzione ha favorito il verificarsi dei danni alle aziende agricolene non solo. Va ricordato come il ripopolamento di cinghiali è stato voluto pernfavorire le attività venatorie omettendo di considerare che la legislazione chendisciplina la caccia al cinghiale, avrebbe consentito comunque un prelievonbasso dello stesso animale.
Mi farò portavoce delle reali esigenze delle aziende agricole e zootecniche,ndella loro salvaguardia; lo faremo attraverso tavoli di concertazione nei qualinparleremo di risorse economiche adeguate da erogare alle aziende danneggiate endi possibili soluzioni al problema. Potremmo affrontare la questione dellan“sterilizzazione” (seppur riconoscendo in parte la sua inammissibilità poichénha favorito il ritorno del “lupo” nel Parco); potremmo affrontare la questionendell’“attivazione di una filiera carne”. Ad ogni modo, tutelando una convivenzanpacifica a patto che non venga limitata la libertà dell’uomo e che non vengansacrificato il lavoro delle aziende.
Al Governo porterò le istanze delle aziende agricole e zootecniche enchiederò attenzione e solerzia nel garantire un contributo reale allanrisoluzione del problema”.