Spettacolo

C’era una volta il Carnevale. Mr Frog: “Imbarazzante silenzio nelle vie questi giorni”

La Redazione
Un momento del Carnevale molfettese del 2016
"Ho presentato la mia proposta agli uffici del Comune di Molfetta. Avrebbe coinvolto tutti a costo zero. Non ho ricevuto neanche una risposta"
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“Avete Ucciso il Carnevale”. È questa la riflessione appassionata di Antonio Roselli, Mr.Frog per i più, titolare dell’agenzia di spettacolo che ha seguito le kermesse del Carnevale Molfettese negli ultimi anni.

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 “Al suono delle trombette – continua – ho preferito l’assordante rumore del silenzio, un imbarazzante silenzio che ha accompagnato le vie del centro in questi giorni”.

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Sì, perché spesso il silenzio fa più rumore, perché ci si accorge delle cose belle solo quando son perdute. “Come ogni anno – spiega Antonio – ho presentato la mia proposta agli uffici del Comune di Molfetta, in un programma che avrebbe coinvolto  tutti. Una grande festa dedicata alla città, ma soprattutto ai bambini. Un programma, questo, protocollato il 23 gennaio, e proposto a costo zero”.

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È evidente la delusione negli occhi di chi, per anni, si è impegnato a riempire le piazze di musica e colori.“Non so se chiamarla delusione, o forse rabbia. Ma la cosa che ritengo più assurda è non aver ricevuto neanche una risposta. Nessuna considerazione. Nulla.”

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Il Carnevale rappresenta una festa, anzi, è la festa. Dei bambini. Dei nonni con i nipoti. Dei genitori che dedicano un giorno intero ai figli. Dei “poveri” e dei “ricchi”. Di chi vuole spensieratezza.

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 E a Molfetta, in dimensioni più o meno ridotte, tutto questo è sempre esistito. Dai successi degli anni ’60 ai Veglioncini, dai Carri Allegorici in cartapesta fino alle feste in piazza. Ma quest’anno no.

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“Quello che mi dispiace di più – dice Antonio – è che per i bambini è mancata la magia. E già, perché a Carnevale un foglio di giornale si trasforma in coriandoli, vecchi stracci diventano abiti e un po’ di trucco sul volto rende principesse. Ciò che dispiace in più, anche a noi, è che in nessuna propaganda politica, tra mille possibili candidati, si parli di divertimento, si programmi allegria e spensieratezza in nessun evento o progetto. Fa molta più “audience” l’immondizia per le strade, la raccolta porta a porta che non piace e il solito, generico, “degrado” cittadino. Ma le persone? Che valore hanno? Che importanza ha il loro diritto di vivere gli eventi cittadini più belli?”.

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Conclude Roselli, speranzoso. “Vorrei non vedere la parola fine su questa manifestazione, perché le tradizioni sono le fondamenta di una città. Vorrei che questo stop serva da stimolo per tutti quelli che hanno il Carnevale nel cuore: i maestri cartapestai, i bimbi, le parrocchie, le scuole, le associazioni e più semplicemente tutti quelli che hanno bisogno di sorridere. Vorrei immaginare il Carnevale e la città di Molfetta come due amanti, romantici, che hanno scelto di lasciarsi, per pensarci un po’ su…ma che si riprenderanno, abbracciandosi, più forte di prima.”

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 Charlie Chaplin diceva “un giorno senza sorriso è un giorno perso”. E allora, speriamo che Molfetta torni a sorridere . Almeno a Carnevale.

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giovedì 2 Marzo 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 6:04)

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