Qualcuno sarà tornato a casa con qualche rimpianto in più, era da mettere in conto. Ron, con il suo “Lucio in Tour”, che sabato sera ha fatto tappa al Puglia Outlet Village di Molfetta, ha radunato – oltre alla sua inseparabile corte di fan – chi aveva rimandato, o non aveva fatto in tempo, ad assistere ad una performance live dell’indimenticato Lucio Dalla.
Il concerto, che ha seguito le tappe d’apertura di Roma e Milano, fa capo ad un progetto discografico – intitolato “Lucio!” – pensato per celebrare la ricorrenza del 75esimo compleanno del cantautore bolognese. Oltre al brano inedito “Almeno Pensami” – scritto dallo stesso Dalla e vincitore del premio della critica “Mia Martini” al Festival di Sanremo 2018 – l’album contiene undici tra i brani più amati dal cantante scomparso sei anni fa.
Al di là del tributo al personaggio, Ron è stato capace di affrescare una vera e propria epoca della musica italiana segnata, però, dall’esuberanza e l’estro di un solo e unico artista. Attingere dalla discografia di Lucio Dalla è come pescare sempre il jolly da un mazzo di carte: è la soluzione per ogni contesto, il riempimento complementare di uno spazio vuoto.
Non a caso, l’esibizione del cantautore originario di Dorno tende a rappresentare il personaggio nella sua totalità dato che, tra una canzone e l’altra, compaiono fotografie, video e altre testimonianze legate a Lucio.
In questo turbinio di ricordi Ron veste i panni di un aedo dell’Antica Grecia, districandosi sapientemente in una scaletta sceneggiata che esalta il profondo legame che univa le due personalità. Nelle pause, a sorpresa, spunta dal proscenio un diario che custodisce alcuni curiosi aneddoti di Dalla – che Ron condivide con il pubblico – oppure, sempre tra lo stupore della gente, fa capolino proprio la voce dell’emiliano che canta interamente “Com’è profondo il mare” tramite una suggestiva traccia vocale originale.
Prima della performance, il solista si è fermato ai nostri microfoni, spiegandoci cosa ci fosse dietro la nascita di questo progetto.
Hai impacchettato questo album in 23 giorni, registrando in presa diretta con chitarra e voce. Cosa ti ha guidato nella scelta e nell’interpretazione dei brani?
È stato fondamentale condividere lo studio con i musicisti. Stare insieme, suonare e cantare come si fa dal vivo. Fino agli anni ’80 si faceva così: ho realizzato un disco live, senza bisogno di click e orpelli pazzeschi. Mi sono divertito molto nella realizzazione di questo album, cantando sempre “in diretta”. Alla conclusione di ogni brano, non ti nego, che mi pervadeva sempre un’emozione particolare.
Come fanno le canzoni di Dalla ad essere così attuali anche a distanza di anni?
Perché Lucio era così. Non è mai stato schiavo dei tempi che passano. È stato davvero unico, in tutti i sensi: era una persona che non si faceva influenzare dalle mode e dalle novità che arrivavano all’improvviso. Aveva un suo modo preciso di scrivere e di vedere il mondo. Questa è sempre stata la sua forza.
Quanto c’è di Lucio Dalla nella crescita di Ron come uomo e come artista?
Un’esperienza incredibile, che mi ha portato a conoscerlo e a capirlo nel profondo. La cosa più importante che ho imparato da Lucio è che bisogna sempre essere veri. Non bisogna mai sforzarsi di assomigliare a qualcun altro solamente per piacere alla gente.
I rimpianti, in fin dei conti, saranno anche aumentati. Il tempo, delle volte, corre più veloce della musica. Ma vedere un Puglia Outlet Village così gremito ha reso decisamente giustizia alla caratura artistica di Ron e all’intramontabile unicità che per sempre contraddistinguerà Lucio Dalla.