Cento anni di vita. E allora tanti auguri Molfetta Sportiva. Tanti auguri ai tifosi che l’amarono, quelli che affollarono il “Paolo Poli” in ogni generazione.
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Era il 1917 quando nasceva l’Unione Sportiva Fulgor. E cento anni dopo in un modo o nell’altro quel testimone esiste ancora, anche se consunto e nodoso. E allora ci piace celebrare questa storia, e magari sperare che i ricordi più belli diventino un pochino più nitidi. Perché le foto in bianco e nero saranno pure suggestive, ma vuoi mettere il tifo “vero” sugli spalti?
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Sono remoti, certo, i tempi a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, quando la C era categoria abituale dei biancorossi. E sono lontani pure quelli dei primi anni Novanta, quando i campi della C2 vedevano la Molfetta contendere lo scettro della regina a chiunque e ovunque.
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Prendiamo la stagione 1992-93, per esempio, quella del quinto posto che nel 2017 avrebbe significato playoff promozione. E anche se proprio oggi ricorre la data di una sconfitta (il 24 gennaio del 1993 la Molfetta Sportiva perdeva 2-0 con la Sangiuseppese), poco cambia. Quella squadra è indimenticabile, dice chi ne ha condiviso le gesta. E tra quelli c’erano due pugliesi indomiti. Uno di Molfetta, l’altro di Latiano. Uno centrocampista, l’altro difensore. Ne vissero di battaglie, Vito Grieco ed Espedito Chionna. E oggi le ricordano così.
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“Ne ho tanti di ricordi belli – afferma Grieco, che a Molfetta, quasi ventenne, realizzò un gol in 81 presenze – Penso alla finale Allievi con Onofrio Ventrella allenatore. Purtroppo perdemmo ma fu una cosa stupenda, una grande esperienza condivisa con amici. Se penso a una partita con la prima squadra, invece, mi viene in mente Molfetta-Matera. Vincemmo 2-1 con un gran gol di De Napoli”.
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Ma la mente di Grieco va oltre le partite per toccare le persone. “Il presidente Fiore – prosegue – perché ero un suo figlioccio e nei miei confronti aveva un trattamento pazzesco. Sapeva ascoltare ed era bravissimo a comunicare. Alla fine, certo, decideva lui, ma in modo sempre gentile e garbato. Tutt’oggi sento Ennio Cormio e lo ringrazio”.
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Ennio Cormio e Sandro Fiore sono al centro dei pensieri pure di Chionna, che in biancorosso ha disputato cinque stagioni, con 141 presenze e 7 gol. “Ho ricordi stupendi di Molfetta – dice – Sento ancora molti amici, a partire da massaggiatore e magazziniere. Dopo 20 anni resta grande l’amicizia con tanti molfettesi. Ennio Cormio è una persona straordinaria, penso a Fiore e Belgiovine. Porto tutti nel mio cuore. Spero che nel centenario ci sia la possibilità di ritrovarci tutti insieme”.
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Vincenzo Magrone e Giovanni Terlizzi, il dottor Minervini e Pasquale Panunzio. La galleria dei personaggi di Chionna è lunghissima e comprende anche il custode. “Per cinque anni – sorride – è stato immancabile quel “Signor Chionna buongiorno”. Una bravissima persona, così come lo sono Saverio e Nico, amici che ogni volta passo a trovare”.
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Pure lui sfoglia volentieri la margherita delle partite indimenticabili. “Il derby con il Trani – dice ancora – fu pazzesco. Segnammo io e Tagliente, due difensori. Ho pure la cassetta di quella partita. Memorabili e accesi i derby anche con il Bisceglie. Avevamo un’armonia straordinaria, regnava un clima gioioso. Ed eravamo fortissimi”.
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Il finale è un augurio di buon compleanno. “Spero che tra qualche anno – è l’auspicio di Grieco – non so quando o come si possa nuovamente parlare di calcio a livello professionistico. È il minimo per una piazza come Molfetta”.
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“Auguro a Molfetta – è il pensiero di Chionna – di avere grandi soddisfazione. Che questo percorso iniziato sia fruttuoso e porti la città dove deve stare. Forza Molfetta, sempre”.
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Sono anch’io un ex calciatore della Molfetta Sportiva che ha indossato la gloriosa maglia biancorossa in due distinti periodi: In IV Serie, nel campionato 1961-62 e poi in promozione nel 1963-64. Il mio bottino di reti da attaccante non titolare è stato di tre reti, due realizzate in IV Serie al Giulianova in casa ed una in trasferta contro la Fermana. In promozione, invece, ho segnato una reta in casa contro l’Altamura. Tenuto conto che ho disputato poche partite (in tutto forse una dozzina) il bilancio non è stato poi tanto scarso. Voglio ricordare i miei compagni di squadra dell’epoca: Di Pietro, Gobatto, Alba (Panzini, De Filippis), Gioia, Bartolo, De Ceglie (Ienco), Cormio, Gobarto, De Lombardo (Bruno, La Forgia, Zorzutti), Montrone (Sgherza), Sciancalepore (De Zio). Allenatore: Camillo Fabbri, Presidente: Amato. Soldi? Zero, ma tanto amore e passione in campo…