Calcio

L’insuperabile Cataldo e la difesa impenetrabile del Don Uva Bisceglie

Luigi Caputi
La difesa del Don Uva Bisceglie
Ieri la vittoria dei biscegliesi contro la Borgorosso. Con un molfettese protagonista
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Cataldo baluardo. Il Don Uva Bisceglie gode di un’assonanza vincente made in Molfetta. Ieri pomeriggio, nel big match disputato al Petrone contro la Borgorosso, la compagine allenata dal molfettese Angelo Carlucci si è imposta per 1-0.

La vittoria è significata per i gialloblu sorpasso in classifica, proprio ai danni degli ultimi avversari affrontati, e primato condiviso con il Bitetto. Il gol decisivo è stato siglato al 25’da Amoroso, lesto a ribadire in rete una sciagurata respinta del non irreprensibile Castagno. Ma saremmo qui a parlare di un risultato diverso, se non si fosse eretto un muro invalicabile nella metà campo biscegliese.

La metonimia di una difesa perfetta, energica e organizzata, compatta e coriacea, è stata Davide Cataldo. Parliamo di un molfettese doc, che nell’ultima parte della scorsa stagione ha accettato il corteggiamento compaesano di mister Carlucci. Un difensore centrale completo, prestante ed elegante, abile tanto in marcatura quanto in posizionamento e impostazione.

Un autentico lusso per la Prima Categoria, se si considerano le precedenti esperienze in Eccellenza pugliese (con le maglie di Molfetta Calcio e Corato) e lucana (con il Tursi). “Sono orgoglioso di far parte di questo gruppo- ha dichiarato ai nostri microfoni il numero 5 del Don Uva- abbiamo ottenuto una gran vittoria, e sono convinto che potremo toglierci ulteriori soddisfazioni. Devo molto al progetto Don Uva. Un progetto che ho accettato immediatamente, quando mi è stato proposto qualche mese fa. Carlucci, ex compagno di squadra ai tempi della Molfetta Calcio, mi ha convinto a rindossare quelle scarpe che avevo momentaneamente appeso al chiodo. Anche a causa di esigenze professionali, avevo infatti deciso di chiudere la mia avventura in categorie impegnative come l’Eccellenza e la Promozione. Ho ritrovato la voglia di giocare in una squadra, quella biscegliese, composta da amici che vogliono vincere esclusivamente per divertirsi. Nessun grillo per la testa, nessuna ambizione professionistica, nessuna pressione dirigenziale, nessun rigoroso obiettivo da raggiungere”.

Cataldo sa di non appartenere a una corazzata, e non ha bisogno di illudersi per essere calcisticamente felice. La sua opinione riguardo il campionato sinora disputato dalla compagine biscegliese denota lucidità, maturità, consapevolezza. “È bello essere primi e vincere- ha affermato- Ma dubito di poter restare nell’attuale posizione. Ci sono squadre molto più attrezzate della nostra, e sarà dura tenerle a distanza. Il Don Uva non è stato allestito per vincere questo campionato, ma per giocarsela con tutti e dare tutto in ogni partita. Certo, il primato non è frutto di una mera casualità. Comandiamo il girone A perché abbiamo un allenatore in gamba, sia sul piano tecnico che su quello umano-motivazionale. Giochiamo sempre per vincere, non a caso non abbiamo mai pareggiato sin qui. Non abbiamo paura di perdere, non cerchiamo mai il pareggio e per questo motivo ci è capitato più volte (quattro) di essere sconfitti, persino in casa. Pur non rappresentando il top tecnico, siamo per il momento i più aggressivi e determinati”.

I biscegliesi non sono adatti alla gestione del risultato, al dosaggio della palla e dei ritmi. La gara di ieri è stata emblematica in questo senso. Una volta passati in vantaggio, gli ospiti hanno dovuto soffrire parecchio per non farsi perforare dal formidabile attacco della Borgorosso. C’è voluto un Cataldo impeccabile, sempre puntuale e pulito negli interventi, mente pensante di una squadra prevalentemente fisica e istintiva. Il difensore molfettese ha fronteggiato alla perfezione e sostanzialmente annullato il suo ex compagno Paparella. “Per nostra fortuna- ha ammesso l’ex Tursi- non è stato un gran pomeriggio per lui, al di là della nostra bravura nel marcarlo e nel non concedergli spazio. Non gli abbiamo quasi mai dato la possibilità di girarsi e guardare la porta. Parliamo di un giocatore che in queste categorie fa ancora la differenza. Può essere letale. Vietato concedergli spazio o distrarsi un attimo, altrimenti non perdona”.

Il numero 5 gialloblu non ha tremato neppure di fronte al talento intemperante e funambolico di Cubaj. Ma l’ala albanese si è accesa solo a intermittenza nella gara di ieri, per poi definitivamente spegnersi in occasione dell’ingenua e insensata espulsione rimediata. Anziché fungere da ostacolo per la banda di Carlucci, il 10 borgorossino ha spianato la strada biscegliese verso la vittoria. “Alla vigilia- ha detto Cataldo- ero curioso di giocare contro Cubaj. Non l’avevo mai visto direttamente in azione, e avevo soltanto sentito parlare del suo enorme potenziale. Devo ammettere che, pur in un pomeriggio negativo, il ragazzo ha mostrato sprazzi di notevole talento. Se incanala positivamente la sua forza fisica e tecnica, può essere micidiale in questa categoria”. Investitura da top player, proveniente da un altro top player. Il centrale del Don Uva riconosce la forza dei suoi avversari. La prevede, la capisce, la controlla. Quindi la disinnesca e la neutralizza. Perlomeno così è stato ieri. Cataldo custode del segreto di un fortino inespugnabile.

lunedì 11 Dicembre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 19:54)

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