Calcio

Quanta Molfetta nel Bari e nei suoi 110 anni

Angelo Ciocia
Il molfettese Cosmo Antonio Giancaspro
Ieri la festa di compleanno, nel passato tanti incroci
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“Sappiate amare la Bari, sappiatela custodire e guardatela sempre con occhi innamorati”. Nacque cosi la favola calcistica del Bari. La Bari. Le parole sono del fondatore dell’AS Bari, Floriano Ludwig nel lontanissimo 1908.

Ieri il Bari ha spento centodieci candeline. Una storia che va dal 15 gennaio 1908 al 15 gennaio 2018.

Nel mezzo un filo rosso a legare Bari e Molfetta. Un filo biancorosso.

Fatto di uomini, prima, e di calciatori poi.

Gaetano Salvemini rimarrà sempre nella storia del Bari. Giunto in Serie B, dall’Empoli militante in Serie A, il tecnico molfettese non solo fu l’artefice della promozione dei galletti, ma fu anche l’assoluto protagonista della Mitropa Cup del 1990, trofeo vinto dai biancorossi, e di due grandi salvezze.

Molfetta presente non solo nella staff tecnico. Era il calcio di altri tempi. E Molfetta e Bari erano vicine come non mai. Erano gli anni gloriosi della Molfetta Sportiva e l’AS Bari “faceva spesa” a Molfetta.

L’esempio è Mauro Corrieri, bomber nostrano, tanti campionati professionistici e gol a valanga, ma anche il Bari nel suo percorso calcistico. Tre stagioni, sette presenze e una rete in serie B, sono i numeri di uno dei più prolifici goleador di casa nostra. Mauro Corrieri in campo con Angelo Terracenere che in quei tempi comincia a prendere confidenza con il grande calcio.

Il biondo mediano molfettese, classe 1963, prodotto del vivaio del Bari, milita ininterrottamente, salvo una parentesi brevissima a Monopoli e le ultime annate lontano da casa, nelle fila dei galletti. Serie A, Serie B, per un totale di 257 presenze; numeri che lo hanno reso il decimo galletto più presente di sempre nei 110 anni di storia di calcio barese.

Con Gaetano Salvemini allenatore lui era in campo. Con Mauro Corrieri in rosa, lui esordiva. Anni dopo avrebbe sfidato i tedeschi dell’Inter. Maradona. Platini. Il meglio della serie A. Con la grinta di difendere la Bari e l’orgoglio di portarne i colori.

Nel presente poi, a parte le soddisfazioni del settore giovanile, con Gianni Campo in prima fila, il filo biancorosso che lega Molfetta e Bari si è un po’ spezzato.

Almeno in campo. Perché nella cabina di regia, negli uffici, Molfetta c’è ed è ben salda.

Cosmo Giancaspro ci sta provando. È stato lui ad entrare in società subito dopo la “meravigliosa stagione fallimentare” e la gestione Paparesta. È lui ora che guida il club e lo rappresenta. È lui che ha bindato per i centodieci anni di storia. È lui impegnato a realizzare il sogno di tutti i baresi.

Quella serie A che manca da un po’. Quella serie A che meritano tutti. La meritano tifosi, staff, giocatori.

La meritano i molfettesi che hanno indossato il galletto sul petto creando un filo rosso, meglio biancorosso, tra due città distanti una trentina di chilometri, ma vicine come non mai.

martedì 16 Gennaio 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 18:32)

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Luigi musto
Luigi musto
6 anni fa

Dimenticato Grieco