Missione (quasi) compiuta. Pur senza la certezza aritmetica di esser salva, la Molfetta Calcio può cominciare a pensare al prossimo campionato di Eccellenza. Un margine di vantaggio di 10 punti sulla quintultima posizione occupata dall’Unione Calcio Bisceglie, ovvero sulla prima squadra (in ordine di graduatoria) che ad oggi disputerebbe i playout, può far dormire sonni tranquilli agli uomini di Giusto.
La vittoria di ieri pomeriggio ha proiettato la squadra biancorossa ad un passo dal raggiungimento dell’obiettivo stagionale. Reduci da tre sconfitte consecutive, orfani dei tre punti dal lontano 4 febbraio, spenti e apatici nelle ultime apparizioni, i molfettesi hanno scelto l’avversario più difficile per tornare in vita.
Al Comunale di Terlizzi è stato ospitato il Casarano, presentatosi da secondo in classifica all’appuntamento. Il 2-0 dei padroni di casa è stato l’inevitabile conseguenza di una prestazione superlativa. Una partita totale, di pensiero e di cuore, di cervello e di muscoli, di qualità e quantità, di virtù e fortuna.
“Oggi la gara è stata a senso unico- ha affermato il Ds Frascati ai nostri microfoni- senza storia. Non è il caso di fare scongiuri, sappiamo di aver ottenuto la salvezza virtuale grazie a questo successo. Con un bottino di 35 punti non abbiamo più motivo di preoccuparci. Quanto accaduto oggi è un punto non d’arrivo, ma di partenza. Esigo arrivare il più in alto possibile, persino settimo e nella parte sinistra della graduatoria. Possiamo crederci”.
A timbrare il tabellino, ad arrecare il proprio marchio sul pomeriggio più importante della stagione biancorossa, sono stati due cognomi anaforici, due parole che hanno la medesima e forse non casuale lettera iniziale. La A è il segno, magari convenzionale, o piuttosto ideale e persino idilliaco, da cui intraprendere qualcosa. Ironia della sorte, Albrizio e Augelli hanno segnato le reti decisive per il successo finale.
I loro gol sono trait d’union tra la Molfetta Calcio di ieri e quella di domani, tra la squadra che si è salvata in questo campionato di Eccellenza e quella che può cominciare a pianificare il prossimo. A come inizio e fine, prima e dopo. Nel primo tempo il risultato è invariato, ma a inizio di ripresa i due legni colpiti da Roselli e Stefanini sono stati indizi eloquenti su come sarebbe proseguito il match.
Al 57’ è arrivato puntuale il vantaggio, con un calcio di rigore procurato da Augelli e trasformato da Albrizio. L’ala (tanto per non interrompere l’assonanza) ex Vieste si è messa in proprio al 79’ e ha trovato la rete del raddoppio: pregevole azione personale, ingresso in area in posizione leggermente decentrata e siluro vincente sul palo opposto.
C’è stato quindi spazio per un’ulteriore prodezza biancorossa, stavolta difensiva: Savut, agli sgoccioli, ha respinto formidabilmente un calcio di rigore di Caputo. Una giornata come quella di ieri non sarebbe potuta essere macchiata dalla seppur minima onta di un inutile gol subito. Dopo il triplice fischio, è potuta scatenarsi la gioia molfettese.
La squadra di Giusto conferma il suo status di “ammazzagrandi”. La compagine salentina fronteggiata ieri non è stata la prima nobile decaduta per mano molfettese; si aggiunge a una lista che comprende corazzate come il Casarano (attuale capolista), il Gallipoli e il Corato. “Siamo capaci di tutto- ha detto Frascati- di perdere punti imperdonabilmente e di recuperarli in maniera inimmaginabile e non prevedibile. Possiamo mettere in difficoltà chiunque con il nostro gioco bello e intenso. Questa partita serva da dimostrazione di forza e maturità a chi ci aveva considerato negli ultimi tempi ingenui e non all’altezza. Sono corse voci che non mi sono piaciute su nostro conto. La competenza e la moralità della nostra società non possono essere messe in discussione. Abbiamo avuto un periodo difficile, i nostri giocatori migliori hanno avuto problemi, spesso sono stati indisponibili e comunque non hanno reso al massimo. Spero che la parentesi critica si sia chiusa”.
Lo stato d’animo del direttore sportivo molfettese è un continuum tra felicità e rabbia, tra soddisfazione e rimpianto. “Sono un po’ arrabbiato- ha ammesso- avremmo potuto trovarci in ben altre zone della classifica. Le nostre qualità tecniche e caratteriali sono ben più elevate della limitante prospettiva di una salvezza tranquilla. Ringrazio comunque i ragazzi e lo staff tecnico e dirigenziale per l’impegno costante e irreprensibile. Tuttavia voglio che si cresca ancora. Ora pensiamo alle prossime quattro partite, a onorare sino in fondo la stagione”.
La Molfetta Calcio, dopo esser ripartita con il ritrovato entusiasmo da prima lettera dell’alfabeto, intende continuare a correre. La salvezza raggiunta, più che un traguardo toccato, vuol essere un ostacolo superato sulla strada che porta a qualcosa di più grande.