Calcio

La Virtus Molfetta si aggrappa a Rino De Gennaro

Luigi Caputi
Rino De Gennaro
Sconfitta dal Giovinazzo, la squadra di Mininni ha ritrovato il talento cristallino del suo esterno sinistro
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Unica luce in un pomeriggio buio e piovoso. Rino De Gennaro, nel match di ieri disputato e perso dalla Virtus Molfetta contro il Giovinazzo, si è dapprima procurato un sacrosanto e incontestabile rigore, quindi ha calciato una punizione letale, precisa, potente e vincente, senza lasciare scampo al portiere avversario.

Ma il ventiseienne, autore peraltro di altre grandi giocate, ha trascinato invano i suoi compagni scoraggiati e spaesati. Reduci da una prestigiosa e preziosa vittoria in trasferta contro il Modugno, gli uomini di Mininni sono incappati in una giornata da incubo e hanno perso in casa contro il fanalino di coda Giovinazzo.

Il 2-3 finale condanna quasi definitivamente, seppur non ancora aritmeticamente, la compagine molfettese ai playout: otto punti di ritardo sulla quartultima (il Celle San Vito a quota 29), con sole cinque partite al termine della regular season, appaiono al momento impossibili da recuperare.

Il risultato di ieri rilancia e incoraggia pericolosamente proprio l’ultimo avversario dei virtussini. Non è da escludere che, tra un mese e mezzo, a giocarsi la permanenza in Prima Categoria siano i due team limitrofi fronteggiatisi nella venticinquesima giornata.

I motivi di preoccupazione in casa Virtus, insomma, sono attualmente non pochi. Eppure, la nota lieta della stonata sinfonia di ieri può rappresentare un’iniezione di fiducia e di cauto ottimismo per il futuro. De Gennaro può essere uno degli uomini chiave della squadra allenata da Mininni.

La sua classe, superiore alla media in ambito dilettantistico, è sopraffina, cristallina e pertanto, ahinoi, parecchio fragile. Dal maggio 2017 il ragazzo ha attraversato un autentico calvario: infortunio al ginocchio, rientro in agosto per la preparazione con la Virtus, catena di distorsioni che non gli ha consentito di scendere in campo prima di novembre, ritorno al calcio giocato a novembre (condito peraltro da un gran gol contro il Trinitapoli), nuovo infortunio prima della sosta natalizia.

Dopo aver saltato la prima fase del 2018, soltanto a marzo l’ex Genzano è tornato ad essere arruolabile nello scacchiere virtussino. L’esterno biancorosso non ha perso tempo per riconquistare il posto da titolare, e nelle ultime tre giornate, lì sulla sinistra con licenza di accentrarsi e inventare col fatato piede destro, è stato imprevedibile e a tratti incontenibile.

“Sono contentissimo- ha dichiarato ai nostri microfoni il migliore in campo – per il ritorno al gol. Ho sempre giocato a calcio, sin da piccolissimo; restare a lungo e forzatamente fermo è stato difficile. Adesso mi sento meglio, ma non sono ancora al cento per cento, non ho ancora il tono muscolare necessario per dare il massimo. Penso che soltanto l’anno prossimo sarò al top fisico. Nel frattempo voglio dare tutto me stesso per la Virtus, una squadra a cui mi sono affezionato al primo anno di esperienza. Mi considero fortunato a trovarmi in un gruppo di persone perbene”.

De Gennaro è grato e ottimista, spera e crede fermamente nella permanenza in Prima Categoria della sua squadra. Rivolge parole al miele ai compagni e all’allenatore, ai dirigenti e al presidente Spadavecchia. “Mi dispiace per il momento che stiamo attraversando – ha detto- siamo capaci di imprese come quella di domenica scorsa a Modugno, o come la vittoria nel derby cittadino, poi cadiamo sia in casa che fuori contro gli ultimi in classifica. Dobbiamo continuare a lavorare, nella consapevolezza che i nostri valori sono ben al di sopra della bassa posizione che occupiamo. Abbiamo un mister che conosce il calcio, che ci mette sempre il cuore e la faccia. Vedo chiaramente quanto soffre durante le partite, quanto ci tiene a ognuno di noi. Apprezzo Mininni per questo e per i consigli continui, calcistici e non solo, che mi dà. La nostra squadra è forte: conoscevo già Arbet Demaj, ma anche Marco Mininni e Ilario De Cesare mi hanno positivamente stupito”.

Il miglior giocatore di ieri è stato protagonista di un lungo percorso di maturazione. Sempre accompagnato dal suo destro telecomandato e letale, è cresciuto come ala o mezzala nelle giovanili di Pro Molfetta e Molfetta Calcio. Passato al mondo dei grandi, ha abbassato il suo raggio d’azione: negli anni vissuti in Basilicata, prima a Tursi poi a Genzano, tra Prima Categoria, Promozione ed Eccellenza lucana, il ventiseienne è diventato terzino. Quest’anno, giunto alla corte di Mininni, ha trovato il compromesso tra passato prossimo e remoto: esterno del 3-5-2. Corridore e regista, bello da vedere e concreto, piede, cuore e gambe, vivace e genuino dentro e fuori dal campo: De Gennaro è il tipico ragazzo “cresciuto a pane e pallone”.

L’idolo calcistico di una persona umile e consapevole dei propri limiti non può che essere atipico, prosaicamente collocato nella ristretta dimensione del calcio di provincia. “Il giocatore a cui mi sono sempre ispirato- ha rivelato- è Giuseppe Paparella. Quando ero bambino andavo al Paolo Poli a vederlo giocare con la maglia del Molfetta Calcio, desideravo diventare come lui. Giocare con Giuseppe nelle mie esperienze in Basilicata è equivalso a coronare un sogno a tutti gli effetti. Ho avuto tanti compagni fortissimi, come Mauro De Ceglia, Tobia Tridente e Michele De Bari, ma nessuno di loro è al suo livello. Paparella è per me un amico e quasi un secondo padre, un giorno vorrei essere allenato da lui”.

Idee chiare, testa sulle spalle e piedi per terra sono le qualità dell’esterno destro virtussino. Somigliano molto agli ingredienti principali e indispensabili per la ricetta salvezza.

lunedì 26 Marzo 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 15:24)

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