Francesco Gabbani contagia Molfetta. Lo fa in una ventosa serata d’estate, con tantissimi “Buddha in fila indiana” a pochi minuti dall’inizio del concerto, pronti ad invadere un Anfiteatro di Ponente tutto esaurito per il grande evento.
La serata parte fortissimo con la simpatia del cantautore carrarese che ha ridefinito il tormentone all’italiana, contribuendo con la sua “Occidentali’s Karma” a svecchiare il Festival di Sanremo, vinto lo scorso febbraio contro i favori del pronostico.
E all’ora si vola all’urlo di “Namastè, alè”, ma non solo. L’ultimo album “Magellano” è infatti salito in pochissime settimane nelle classifiche italiane, premiato col disco d’oro. Proprio come “Tra la granita e le granate”, singolo dell’estate italiana. Perché limitarsi a “monopolizzare” le stazioni radio per tutto l’inverno sarebbe stato troppo poco per un Gabbani che sta vivendo il suo momento d’oro.
Tutto però è iniziato con “Amen”, che nel 2016 gli ha permesso la vittoria a Sanremo giovani, garantendogli il primato del doppio trionfo consecutivo nelle due sezioni del festival più amato e criticato dagli italiani. Ieri è toccato a Molfetta, tra le tante tappe del suo tour.
Serata dal ritmo frizzante, poche parole ma ben mirate al pubblico molfettese, tanti i pezzi susseguiti in maniera repentina, forse addirittura eccessivamente rapida, senza dare un attimo di respiro agli spettatori. Poi il gran finale, condito con un simpatico siparietto con il presidente della Fondazione Valente, Rocco Nanna e un bis di “Occidentali’s Karma”, che fa ballare le “scimmie nude” molfettesi. Senza inibizioni si sale sul palco, si canta con Gabbani che porge il microfono ai fan, ci si abbraccia e si scatta anche qualche selfie. L’energia del cantautore è positivamente contagiosa e il karma molfettese lo ripaga alla grandissima.