Spettacolo

Caparezza, ecco Prisoner 709, viaggio nella sua prigione

Adriano Failli
La cover del nuovo album di Caparezza
Pubblicato il settimo album del rapper molfettese, si preannuncia un altro grande successo
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Caparezza è tornato. Lo fa in grande stile con il suo settimo lavoro in studio, Prisoner 709. Ed il prigioniero settecentonove, o sette-o-nove, è proprio lui, Michele Salvemini. Il rapper molfettese torna a giocare con le parole e con i suoni già dal titolo del suo nuovo album. A partire da quello zero, che forse è più una O, sia per la pronuncia inglese, sia per il suo significato.

La prigione è quella che vive l’artista, ormai in un limbo tra due personalità, tra un sette, il numero delle lettere del suo nome di battesimo (Michele), ed un nove, numero delle lettere del suo pseudonimo (Caparezza). In mezzo, tanti interrogativi ed un problema che si chiama acufene. E’ infatti questa la rivelazione che Salvemini svela a poche ore dall’uscita del disco. Dal 2015 il molfettese è perseguitato da un’acufene incurabile, un fischio perenne nelle orecchie, che lo ha tormentato a tal punto da mettere in crisi il futuro della sua carriera.

E’ per questo che il risultato, a tre anni e mezzo dal suo precedente album, Museica, sorprende piacevolmente: siamo davvero davanti al settimo lavoro di Caparezza, o piuttosto dinanzi al primo di Michele Salvemini? E’ questo l’interrogativo che lascia di primo acchito l’ascolto delle tracce. Sedici per la precisione, che fanno ancora di più elevare il livello del rapper, con le straordinarie collaborazioni con John De Leo, DMC e Max Gazzè.

Il viaggio nella prigionia di Capa parte dalla Prosopagnosia, titolo della prima traccia, ma anche disturbo mentale a cui l’autore fa riferimento, poi prosegue svelando a poco a poco lati fin qui sconosciuti del nostro concittadino. La denuncia sociale non manca, ma è qui filtrata attraverso riflessioni personali. Non manca anche qualche piccola citazione a Molfetta, su tutte la critica alla chiusura dell’Odeon in “Migliora la tua memoria con un click”. In generale, però, lo scopo del prigioniero 709 è quello di trovare una chiave, una via d’uscita dalla sua prigione, che passa dal “fare ciò che ti fa stare bene”, come intona il nuovo singolo, già preannunciato successo radiofonico, ed infine porta all’autoaccettazione di sé. E allora Prosopagno…sia.

sabato 16 Settembre 2017

(modifica il 29 Luglio 2022, 23:18)

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