I prodotti ittici
La morfologia della città, le sue peculiarità, l’economia, la flora e la fauna.

Lo stretto legame della città di Molfetta col mare fa della pesca un'attività antichissima e di particolare rilievo nell'ambito dell'economia cittadina. Anticamente Molfetta era chiamata “città della vela latina” per il gran numero di bilancelle che si spingevano al largo per pescare, sospinte dal vento che ne gonfiava le vele latine.
Il porto di Molfetta, che in passato deteneva il secondo posto dopo quello di Chioggia tra i porti pescherecci dell'Adriatico, ospita attualmente 116 imbarcazioni da pesca. Le specie più pescate sono triglie, naselli, alici, sardine, tonni, polpi, seppie, vongole e gamberi rossi. Tali prodotti in parte vengono esportati nei paesi limitrofi, in parte confluiscono sul mercato ittico di Molfetta, sito presso la banchina S. Domenico. Costruito nel 1929, ristrutturato nel 1994, ha ottenuto nel 1997 il riconoscimento CE definitivo. Gli acquirenti sono: dettaglianti, ambulanti, pescherie, grossisti e ristoratori.
È in fase di attuazione a Molfetta un progetto molto ambizioso che prevede la costruzione del primo impianto in Europa per la conservazione del pesce in “atmosfera protetta”: la possibilità, cioè, di conservare il pesce appena pescato, selezionato, eviscerato, pulito, in una confezione non sottovuoto, ma “sottogas”. Protagonista di questa eccezionale iniziativa è la Società Cooperativa armatori da pesca, la più antica della città (è nata il 1926), che tra i suoi soci conta il 70% degli armatori locali, ma offre servizi a tutta la marineria locale.
Si prevede che la capacità di lavorazione complessiva sarà, inizialmente, di 3 tonnellate di pesce al giorno.