Molfetta di fuori

Corrado Scardigno e quei piatti molfettesi sui tetti di Gerusalemme

Martina Visaggio
Corrado Scardigno in Terra Santa
Il lavoro lo ha portato a viaggiare tanto negli ultimi anni, ma ha scelto di portare sempre con sè i profumi ed i sapori della tradizione
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Molfetta è fatta di usanze e tradizioni, antiche quanto la nostra gente e chi va via lo sa bene.
nPer questo, chi si allontana, non può fare a meno di portarsi dietro un bagaglio culturale ricco di folklore. 
nQuesto è il caso di Corrado Scardigno, dai più conosciuto come “Baldovino”, oggi insegnate nella grande Milano. La capitale del settentrione, però, non è stata la prima ed unica tappa del giovane molfettese: nel 2016, completati gli studi universitari, ha vissuto per due anni a Gerusalemme lavorando su progetti culturali in Terra Santa.
n«Lì, sin da quel mio primo viaggio – dice – ho iniziato ad esprimere tutta la mia molfettesità, tra cibo e tradizioni». Quella terra, tanto lontana, è diventata per lui un’esperienza fatta anche di riscoperte. 
n«A Gerusalemme ho ritrovato quegli elementi culturali e religiosi appartenenti, anche alla nostra identità culturale, ormai perduti – chiarisce – ma che da sempre mi sono raccontati da mio padre e da mio nonno, attraverso antiche narrazioni». Corrado descrive quello in Palestina, come un viaggio totalizzate.
nIl suo percorso, poi, è continuato alla volta di Roma, lavorando presso il dipartimento di antichità cristiana dei Musei Vaticani, da lui descritti come uno “scrigno”. Per ultima è arrivata la vita milanese.
n«Anche quando insegno penso alla mia terra – afferma – così se in geografia parlo di Scandinavia e in storia di popoli Normanni, non posso non parlare delle decorazioni dei portali delle chiese romaniche pugliesi». Di sicuro, però, ai suoi studenti è bastato il primo saluto per cogliere le sue origini: «La prima cosa che hanno fatto è stata prendere in giro il mio accento – racconta sorridendo – elemento che per me è importante e caratterizzante». L’idea è quella secondo cui non bisogna mai vergognarsi della propria storia e del posto dal quale si proviene, anzi, è fondamentale preservare le proprie origini, mostrandole senza vergogna. 
n«Ho scoperto che di Molfetta, quando sono via, mi manca il contatto con la terra, quello con gli ulivi – continua – ed il profumo del pesce fresco il venerdì». Questo non significa che non si senta perfettamente integrato ed accolto da Milano, città che notoriamente ospita tantissimi nostri concittadini, costituendo una vera comunità.
nCorrado, nei suoi viaggi, ha anche scoperto che il modo migliore per far conoscere la sua amata terra è condividerla, soprattutto nelle sue pietanza. È così riuscito a portare Molfetta in ogni posto in cui i suoi piedi hanno camminato. Infatti, nella capitale più contesa al mondo, non sono mancati i calzoni tipici della nostra città, condivisi con gioia e soddisfazione. Ed ancora, ha portato sulle tavole milanesi la nostra cozza marinata, per poi scoprire che l’apprezzamento di questo frutto del mare non ha confini territoriali. 
n«L’idea è quella di tornare, non appena mi sarà possibile, per continuare a godere di quel “caos calmo” che la Puglia ci regala – afferma – ma il mio essere distante non mi preclude la possibilità di continuare a collaborare con Molfetta: sono legato da tempo all’associazione Peruzzi, grazie alla quale a breve si terrà un concerto della “Banda De Andrè”».
nCorrado Scarigno ad oggi è a tutti gli effetti un cittadino del mondo e questo non gli dispiace affatto, ma per lui è impossibile dimenticare i sapori della nostra Molfetta e non manca di sottolineare che il periodo della quaresima, vissuto lontano da casa, è motivo di grandi mancanze e nostalgie.

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giovedì 10 Giugno 2021

(modifica il 28 Luglio 2022, 1:32)

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