Una scena già vista, se vogliamo. Ma non è che l’abitudine alle cose debba far scemare l’attenzione sui problemi. Soprattutto se a rischiare la vita – letteralmente – è un bimbo con pochi mesi di vita. Succede che in piazza delle Erbe, nella notte tra 8 e 9 settembre, quella in cui Molfetta di solito si trova a festeggiare tra giostre, bancarelle, panini e musica, una famiglia chiami il 118.
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Il motivo è terribilmente semplice: convulsioni febbrili del piccolo, così forti da sollecitare l’intervento dei soccorsi. Gli operatori si mettono in moto. Con un piccolo, grande problema: arrivare in quel punto di Molfetta è diventato un’odissea.
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Tra strade strette, auto selvaggiamente parcheggiate e vie di raccordo intasate da strutture e infrastrutture della festa patronale, l’ambulanza fa fatica ad arrivare. Così come la paura della famiglia cresce.
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Alla fine, tra un patema d’animo e un sospiro di sollievo, le ambulanze arrivano, il bimbo viene trasportato a Bari, all’ospedale Giovanni XXIII. Ora sta bene, ma l’episodio ancora fa male.
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Già in passato, non solo le ambulanze, ma anche i vigili del fuoco avevano palesato difficoltà ad accedere nei meandri di quella parte di città. Oggi un’altra segnalazione. Di un problema che non si riesce, storicamente, a risolvere.
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