Si rinnova l’appuntamento con il corteo istituzionale del 25 aprile, manifestazione immancabile nell’agenda degli amministratori, per la Festa della Liberazione, che come ogni anno onora le tante vittime della Resistenza.
Alle ore 10.30 il raduno in Piazza Municipio, con le autorità che si sono mosse in corteo verso la Villa Comunale, dove, dinanzi al Monumento ai Caduti, si è tenuta la tradizionale cerimonia di apposizione della corona di alloro e il discorso istituzionale del primo cittadino, alla presenza di diversi assessori e consiglieri comunali.
Parla a braccio Tommaso Minervini, una scelta in controtendenza rispetto agli ultimi anni. Un discorso carico di significato, in cui traspare anche un po’ di emozione da parte del sindaco, che ricorda non solo i grandi eventi che hanno segnato la storia nazionale, ma riporta tutto sul piano locale, analizzando i giorni della Resistenza molfettese.
“Il 25 aprile non è semplicemente una data – introduce il primo cittadino – ma un valore. Un principio antico al di là di ogni ideologia e di ogni valore partitico. Significa rispetto dell’altro, della persona, dei diritti di ognuno. Solo in un contesto di reciproci diritti è possibile coltivare la libertà di ognuno. Ci sono una serie di valori che accomunano tutti.” Minervini ricorda così i tanti molfettesi, che sin dal 1943 hanno partecipato alla Resistenza: le sorelle de Bari, ma anche le altre giovani vittime che hanno sacrificato la loro vita per la Liberazione.
Il passaggio finale è dedicato agli educatori e agli insegnanti, su tutti Tommaso Fiore, promotori e fondatori del processo democratico nella nostra città. Una città che di recente ha riscoperto i propri valori, onorata dalla visita di Papa Francesco, a cui sembra impossibile non fare riferimento, in questi giorni in cui è vivo e fresco il ricordo delle parole del Pontefice. E così, Molfetta prova anche in questa occasione di memoria e ricordo, a ricoprirsi.