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Mons. Cornacchia: «Ho osato, ho espresso un desiderio come un bambino ed ecco il Papa a Molfetta»

Angelo Ciocia
Il vescovo della diocesi di Molfetta Monsignor Domenico Cornacchia
La viglia del 20 aprile, i retroscena dell'invito a Molfetta, l'omelia del Santo Padre a Molfetta e don Tonino tra il suo dies natalis e il processo di santificazione: tutti temi dell'intervista esclusiva a Mons. Cornacchia
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Mons. Domenico Cornacchia a cuore aperto racconta il pre e il post arrivo del Santo Padre Papa Francesco a Molfetta.

“Ho osato. Era il 22 maggio 2017 durante la conferenza episcopale italiana a Roma e ho espresso il desiderio, come un bambino. Ho consegnato un biglietto al Santo Padre. Ho sperato che il Papa leggesse quel desiderio scritto su un fogliettino. Ho sperato in una risposta positiva. Poi quella chiamata è arrivata e sapete bene come è andata a finire. La visita del Papa l’ho vista come una sfida. Il punto finale della semina è la mietitura, noi con la sua visita pastorale abbiamo fatto solo il primo passo, abbiamo seminato”, questo il retroscena del Vescovo Cornacchia che ha sognato l’arrivo del Santo Padre a Molfetta.

“Ho vissuto con serenità la vigilia e i giorni precedenti. Un po’ di fibrillazione non la nego, ma ero davvero molto sereno. Sapevo della grande risposta del popolo. Non veniva a Molfetta un personaggio famoso, ma il successore di Pietro, il Vicario di Gesù qui in Terra – sono le parole di Mons. Cornacchia che racconta i minuti con Papa Francesco – Sotto l’elicottero non ci siamo scambiati tante parole. Ho avuto la sensazioni di parlargli con occhi, di essere capito con il suo sguardo. Lo stesso quando sono ritornato sotto l’elicottero per accompagnarlo definitivamente. Era stanco, provato dopo il viaggio ad Alessano della mattina, ma ha dato tanto a noi”.

Ha dato tanto Papa Francesco nella fugace visita pastorale a Molfetta. “Ha dato tanto, si. Mi resta in mente il suo intrattenersi alla fine con gli ammalati e i più poveri. E’ questo il messaggio che ha lasciato a noi e a tutti i presenti, essere presenti, concretamente, nella vita di chi ha davvero bisogno. Ci ha insegnato a piegarci nei confronti dei più bisognosi. Il Papa ha voluto che la collocazione del palco fosse verso il mare, come se volesse dire di guardare oltre i soliti confini, andare oltre”, è il ricordo di Mons. Cornacchia.

Non si poteva non parlare di don Tonino, protagonista assente ma presente, con un ossimoro che rende l’idea del grande protagonista. “Nel viaggio pastorale in Sud America, Papa Francesco aveva con sé gli scritti di don Tonino, il libricino “Maria donna dei nostri giorni”. Conosceva perfettamente la storia del servo tanto amato dalla nostra diocesi – Sono le parole di Mons. Cornacchia, letteralmente a due passi dalla stanza, in episcopio, dedicata proprio a don Tonino Bello, che continua – Oltre la venuta del Papa a Molfetta, ci saranno tanti eventi per celebrare il venticinquesimo dies natalis di don Tonino”.

Intanto il processo di santificazione di don Tonino continua, Terminato il percorso diocesano, ora è iniziata la fase romana. “Sono fiducioso. Ci sono dei periti che faranno i loro dovuti accertamenti, ma sono fiducioso affinché don Tonino diventi preso Santo. Non si può dire una data, non si può stabilire. Spero che don Tonino diverrà Santo, quando il Signore vorrà”, le parole, conclusive, di Mons. Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Giovinazzo.

giovedì 17 Maggio 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 13:31)

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