L’atmosfera natalizia è ormai annunciata, fatta di luci che abbelliscono e decorano la città e suoni che rallegrano. Ormai nelle case il presepe, dopo giorni di preparazione, è pronto con le sue luci colorate e con quei personaggi che cercano di rappresentare l’ambiente della notte dei tempi. Per la gioia dei più piccoli ma anche dei più grandi che spesso si fermano a meditare sul mistero della natività.
Ma per molti molfettesi resta indimenticabile, nei ricordi di un’intera generazione ormai con i capelli bianchi più vicina agli anta e negli sbiaditi ricordi dei bambini degli anni 70, il suggestivo e spettacolare “Presepe Vivente” organizzato nell’ideale cornice naturale delle grotte del “Pulo”.
Tutto ebbe inizio alla vigilia del Natale di quarantacinque anni fa, i documenti e le fonti ci portano a quel 24 dicembre del 1973, quando il circolo “Base 31” prese l’iniziativa di organizzare questa suggestiva rappresentazione presso la stazione neolitica. Sarà la magica atmosfera che quel luogo creava, lo spettacolo che quei temerari “ragazzi” osarono proporre alla città fu in parte ripagato dai molfettesi che con entusiasmo e meraviglia accettarono questa “novità” in poco tempo.
Il “presepe vivente” molfettese divenne meta di migliaia di visitatori non solo molfettesi ma anche di gente dei paesi limitrofi che affollarono la stradina del “Pulo” aspettando per ore in fila per poter assistere all’emozionante e suggestivo spettacolo della “natività”. Per sei anni quei “ragazzi” erano riusciti a valorizzare il “Pulo” sotto l’aspetto turistico e culturale. Quei trentuno ragazzi avevano creduto in un sogno sacrificando intere giornate per creare artigianalmente vestiti e coreografie ed interpretando in prima persona i personaggi principali della natività.
Il terremoto del 1980 decretó l’inagibilità della dolina molfettese e Molfetta perse uno dei più suggestivi avvenimenti che caratterizzava il periodo natalizio.
Molti altri presepi viventi sono stati realizzati negli anni nella nostra città, ma l’atmosfera del buio illuminato da quelle fioche luci rimane nei ricordi degli anziani della nostra città. Oggi alcuni di quei componenti ci hanno lasciato, da lassù guardano il “Pulo” ormai solo e abbandonato e con nostalgia sognano che un giorno le nuove generazioni possano rivivere quell’emozione che 45 anni fa rese felici i nostri concittadini.
Sarebbe un ottima cose di fare rinascere il Pulo????
Ormai Molfetta e' sempre cambiata in peggio , purtroppo , dal punto di vista turistico non e' mai cambiato niente. Dopo 50 anni siamo sempre con un solo hotel..Campa cavallo che l'erba cresce.E noi che continuamo a fare sempre le valigie .