Il mare in primo piano. La città del mare incontra i cittadini e gli operatori del mare per presentare nuovi progetti che mirano a rilanciare la Molfetta del mare, che un tempo era un fiore all’occhiello. I numeri dicono che il mercato del pescato di Molfetta è il secondo dopo Chioggia e che, per anni, Molfetta ha conteso a Mazara del Vallo il primato italiano per quanto concerne il quantitativo di pescato.
“Quello di oggi è un incontro tecnico-operativo. È una sorta di riconciliazione tra l’amministrazione e gli operatori del mare, di ciò che io chiamo la cultura del mare. Vogliamo il rilancio del comparto del mare, a cui dedichiamo attenzioni particolari. Dopo anni il nostro depuratore può riaffinare le acque, abbiamo avuto dei finanziamenti e ora chiederemo il dissequestro, che va avanti dal 2013. Vogliamo rilanciare il pezzo ferito della città che va dal porto a Bisceglie. Questa parte di città deve tornare ad essere vitale. Noi possiamo costruire infrastrutture, ma elogio il lavoro degli assessori Ancona e Caputo che hanno fatto riconciliare gli uomini che animano la vocazione marittima della nostra città”, è il saluto del sindaco Tommaso Minervini, che poi presenta gli ingegneri e i relativi progetti.
Il primo punto è il mercato ittico. Parte da qui, dalla fase finale della filiera, la presentazione dei lavori.
“Il mercato ittico è un edificio storico di epoca fascista e l’ultima ristrutturazione è ormai parecchio datata. Vogliamo adeguarlo alle esigenze del momento. La pavimentazione è fondamentale, noi vogliamo una pavimentazione alimentare igienicamente perfetta, tramite resine, che deve essere resistente agli oli e presentare resistenza meccanica; quella attuale è usurata. Gli attuali cancelli sono in ferro, che oggi è corroso e li sostituiremo con elementi di acciaio inox. Le celle a bassa temperatura devono far si che si mantenga la catena del freddo, tante più celle di questo tipo ci sono, migliore è la conservazione del pesce; questo è il cuore di tutto il mercato”, sono le parole dell’ingegnere Mino Altomare, che presenta poi un’altra serie di interventi che interessano il mercato ittico, quali luci a led, le vasche di accumulo dell’acqua e la produzione di ghiaccio in scaglie.
Dal mercato ittico si passa al porto peschereccio.
“Già il piano regolatore prevedeva un avanzamento (500 metri per circa 6 metri) di banchina San Domenico, per fare ciò abbiamo censito pescherecci e barche. Questa sistemazione prevederà di sistemare 34 pescherecci su banchina San Domenico. Questo sarà un esempio di pescato a km 0, con pescherecci e mercato ittico distanti una ventina di metri
Installeremo sistemi antirisacca, parabordi, il tutto per migliorare la sicurezza”, è la spiegazione del progetto del porto peschereccio affidato all’ingegnere Francesco Samarelli.
La storia di Molfetta, però, è fatta di cantieri navali e maestri d’ascia, probabilmente i primi nella filiera del mare. “Immediatamente abbiamo messo mano per la messa in sicurezza dei cantieri perché vogliamo dare un futuro al settore”, le parole del primo cittadino.
“Oggi testimonio uno stato di degrado nella zona dei cantieri navali. La storia di Molfetta nella cantieristica parte dall’anno Mille – le parole dell’ingegnere Domenico Mastropierro, che enuncia gli interventi nella zona – Faremo una nuova struttura con tetto in legno che sia adatta ad ospitare i cantieri navali. Resteranno i cantieri attuali, in più nei cantieri ex Tattoli ci sarà un museo del mare. Si è deciso di aggiungere un altro fabbricato della cantieristica navale, che prima era dei cantieri Pansini e Ragno. L’idea del museo del mare parte da quel tratto di via San Carlo che permetteva di vedere imbarcazioni in legno”.
Scendendo nel dettaglio saranno quattro gli interventi che interesseranno la zona dei cantieri navali.
“Nel 2019 faremo manutenzione straordinaria dei fabbricati e faremo il museo del mare. A seguire ci saranno interventi sull’area esterna dei cantieri – spiega l’ingegnere Mastropierro, prima di soffermarsi sul collegamento tra il Duomo e la Madonna dei Martiri – Il PRP nasce nel 1988 e abbiamo pensato ad una sistemazione più attenta rispetto a quell’epoca favorendo il collegamento tra banchina San Domenico e viale dei crociati, attenti a conservare la storia e la memoria storica e paesaggistica della zona.
Rifare la storia con un occhio attento alla novità, che saranno i nuovi pontili.
“Attualmente il molo pennello vede tre tipologie di barche diverse; banchina San Domenico ha diverse tipologie di imbarcazioni, banchina Seminario, San Corrado e San Vincenzo solo pescherecci. Il regolamento del porto prevede che il molo San Corrado sia anche turistico, tutto il resto non è possibile adibirlo ad aporodo turistico. Abbiamo pensato una distribuzione dei pontili che vada d’accordo con il regolamento del porto. Passeremo da 209 metri lineari a 485 metri lineari di pontili. Sono stati pensati per ospitare barche grandi, sarei superficiale a dire un numero esatto di posti barche, perché in base al metraggio delle barche possiamo ospitare un determinato numero di imbarcazioni. Auspico di avere circa 400 posti barca”, è la spiegazione dell’ingegnere Samarelli, a cui è stata affidata la “novità” del recupero dello storico comparto del mare molfettese.
Folta la presenza dei cittadini e degli operatori del mare, a cui Tommaso Minervini dedica un doveroso appunto, prima di aprire il dibattito con gli stessi operatori.
“Abbiamo bisogno della storica operosità di chi vive questa filiera del mare. Abbiamo voluto questo momento proprio perché questo comparto socio economico possa dire la propria e possa rialzarsi nel più breve tempo possibile. Tutto ciò che è stato detto oggi, voglio appaltarlo entro settembre”, chiude il primo cittadino.