È Pasquetta. Molfetta si ferma ed “emigra” in campagna, tempo permettendo. Perché si sa, Pasquetta e l’incertezza del meteo vanno di pari passo. Quasi come un connubio inscindibile.
Ma non c’è solo Pasquetta. Vuoi il calendario favorevole che mette da Pasquetta al Primo Maggio un’infinità di ponti sfruttabili per varie gite e vacanze, vuoi le vecchie tradizioni, non sempre attuate, ma che non muoiono mai, ma aprile di quest’anno è il classico mese in cui il molfettese potrebbe fare suo il detto “Fest è e fest facimme”.
Solitamente il martedì dopo Pasqua era il giorno della Madonna della Forse. Ci si recava in campagna, ma attualmente, questo è stato anticipato con il lunedì dell’angelo, la comune Pasquetta, celebrata con la tipica sarsana “foère”.
Giovedì è 25 aprile, la festa della liberazione. E Molfetta sente questa festa in cui le autorità militari e civili ricordano i fratelli molfettesi caduti nella Seconda Guerra Mondiale.
La domenica dopo Pasqua si era soliti recarsi alla Madonna dei Martiri per la Medonne de re scarcedde, dolce tipico dell’ “ottava” di Pasqua.
Poi vi è il Primo Maggio, festa dei lavoratori.
Finito qui? Nemmeno per scherzo. In antichità, la seconda domenica dopo Pasqua era la festa della Nenzeiate. Festa che quest’anno sarà riproposta il 3,4,5 maggio. Festa che in antichità si svolgeva nei civici 102 e 104 di via Crocifisso.
Il 3 maggio di un tempo si celebrava la Senda Croesce. La Santa Croce allestita prima in piazza Cappuccini, poi in stazione, via Felice Cavallotti, dinanzi all’antico palazzo di don Giulio Binetti, prima di svanire nel nulla.Feste attuali e antiche. Feste comandate e feste rigorosamente molfettesi. Tradizioni che vivono e tradizioni che negli anni sono prima scomparse e poi pian piano sono ricomparse.