Attualità

Palazzo Dogana e la sfida di immaginare un futuro diverso per il turismo molfettese

Adriano Failli
Palazzo Dogana
Una struttura di eccellenza per rilanciare un polo turistico territoriale, senza rinunciare a nulla, dalla bellezza degli scorsi alle peculiarità della città
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Riavvolgere il nastro della storia di Palazzo Dogana, significa attraversare gran parte del glorioso passato di Molfetta. Da fronte difensivo a Seminario vescovile, fino ad essere Palazzo della Dogana, l’immobile che affianca il Duomo di San Corrado rappresenta “l’emblema del progetto work in progress, l’edificio che si evolve con la storia”. Questa l’affascinante definizione di Riccardo Emanuele, l’architetto e la mente dietro il nuovo volto di Palazzo Dogana, oggi resort a cinque stelle e vero e proprio gioiello restituito alla città.

Dal passato al futuro. Nel corso del press tour di presentazione, tenutosi ieri all’interno della struttura, oltre che della storia ultracentenaria del palazzo, si è parlato soprattutto di visione, collocamento strategico all’interno di un nuovo polo turistico che si candida ad essere eccellenza del territorio. E’ una vera e propria sfida, quella tentata due anni fa dall’avvocato Girolamo Rubini, dapprima nel riorganizzare e rilanciare un edificio completamente abbandonato all’incuria del tempo, poi nell’inseguire l’ambizione di creare un “volano per il territorio”.

Sarebbe una follia farlo privandosi di ogni caratteristica della zona. “Non vogliamo rinunciare alle persone che si siedono a far conversazione fuori al Palazzo – commenta Emanuele – vogliamo raccontare una verità”. La visione è dunque precisa: non sentirsi costretti a costruire idilliaci cornici da cartolina, ma immergere l’ospite nella realtà, in ogni peculiarità che la città ha da offrire. Potrebbe essere un errore tentare di competere con il turismo balneare del Salento, fatto talvolta di eccessi, anche stilistici. Abbiamo un patrimonio troppo grande, che potenzialmente può diventare attrattivo per dodici mesi all’anno, a differenza del sud della Puglia, legato al turismo balneare che si esaurisce in poche settimane.

Così, Palazzo Dogana si presenta come una potenziale eccellenza nello sviluppo del nord-barese, qual ora si riesca davvero a creare un sistema, una costante collaborazione col territorio, sia nel pubblico che nel privato, così come con le città limitrofe. E’ una sfida fatta di ambizioni, organizzazione sistematica e rilancio. Il resort è raffinato, rispolvera la bellezza e i colori originali del palazzo, con tutte le sfumature della pietra, ricercando negli arredamenti una connessione stilistica e cromatica con la città. E così non possiamo non notare che i tessuti richiamano i drappi barocchi di gusto napoletano, tipici ornamenti delle nostre chiese e dei nostri palazzi, che il colore degli arredi si sposa straordinariamente con quello delle persiane delle case del centro antico, che il design minimal non risulta affatto invasivo, anzi risalta ancor di più le originali volte in pietra. Non c’è da dire altro sul gusto e l’eleganza che la nuova veste di Palazzo Dogana ha da offrire, compresi gli scorci straordinari ammirabili da una finestra o dal meraviglioso roof garden. Adesso, c’è solo da cogliere una sfida: quella di rilanciare il polo culturale, architettonico e turistico di Molfetta.

venerdì 6 Settembre 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 0:02)

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