“Il calcio è un elemento valido per curare tutti i mali, specialmente quelli psicologici”, parola di Fabio Petruzzella, di ritorno da un’esperienza che custodirà gelosamente tra i ricordi più belli.
Fabio Petruzzella si è laureato campione d’Europa. Di quale sport? Il calcio. E non stiamo né inventando nulla, né esagerando. Fabio ha avuto la fortuna di essere a Tours con i suoi compagni e sollevare il trofeo al cielo. Dal 20 al 26 ottobre si è svolto l’Europeo di calcio delle nazionale dei trapiantati. Tranquilli, Fabio non è trapiantato, è un donatore. Ma Fabio ha vissuto giorno e notte, casa e campo con chi il dolore lo ha provato.
“Aver condiviso con loro questi giorni e questa spedizione azzurra in Francia è stata un’emozione unica. Su 18 giocatori, eravamo solo due donatori, il resto della squadra, compreso l’allenatore, Giorgio Enzo (ex centrocampista di serie A degli anni ’80), ha subito un trapianto. Vivere a stretto contatto con loro è fantastico perchè dopo tutto ciò che hanno dovuto subire in passato, conservano una grinta fuori dal comune e sopratutto una voglia di ricominciare a vivere invidiabile. Tra di loro ci sono ex calciatori professionisti che dopo il trapianto hanno ricominciato ad allenarsi sapendo che lo sport fosse in quel momento il miglior anti-depressivo”, inizia così il racconto di Fabio Petruzzella.
“Essere donatore significa aumentare la speranza di vita di ogni singola persona, dare e condividere la possibilità di continuare a vivere”, è il perché, raccontato con tale naturalezza, Fabio è donatore. Quasi a volere essere un invito a tutti. O per dirla calcisticamente parlando, donare è un assist per quei compagni trapiantati che poi possono far gol nella Vita.
E proprio lo sport e la Vita sono state maestre di Fabio. “Lo sport è da sempre protagonista della mia vita. Ho la fortuna di poterlo praticare in perfetta salute ma dopo questa esperienza assolutamente formativa posso affermare che il calcio, e lo sport in generale, può essere veramente un elemento valido a curare tutti i mali, soprattutto psicologici – il racconto di Fabio Petruzzella, che prosegue – Di questa esperienza porterò sempre nel mio cuore gli sguardi e i racconti dei miei compagni, le lacrime del mio mister e il cuore che ogni giocatore ha messo in campo durante la nostra splendida cavalcata”.
Una splendida cavalcata che si è conclusa in finale contro la Spagna. Fabio Petruzzella, orgogliosamente molfettese e tifoso del Bari, ha fatto assist nella vita come donatore e ha fatto assist, condividendo questa esperienza con i trapiantati che ti insegnano il vero senso della vita. Forse è proprio questo il trofeo più bello che si porta Fabio a casa.