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“San Martino ogni mosto diventa vino” o “L’estate de le crènneute”? Le frittelle placano il dilemma

Angelo Ciocia
Frittelle molfettesi
I motivi dei due detti molfettesi che ogni anno si citano durante l'11 novembre e la prelibatezza del giorno, le frittelle, tra cui le più tipiche sono quelle con cipolla, u sprènzale, e ricotta forte
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Shakesperiano dilemma, oggi, 11 novembre nella testa dei molfettesi: si darà più valore al celebre detto locale “San Martino, ogni mosto diventa vino” o all’altrettanto folklorisitco detto “L’estate de le crènneute”?

Intanto San Martino, già Vescovo di Tours, si ritrova al centro dell’attenzione su questioni di cui, probabilmente, nono conosce nemmeno l’esisitenza.

Ma è proprio in santo francese che regala a Molfetta il primo clima natalizio.Si perchè se “San Martino, ogni mosto diventa vino” lo dice la tecnologia alimentare e il mondo rurale perchè siamo in tempo di vino novello, post vendemmia, di certo non è comune sapere che San Martino è protettore dei mariti traditi, le crènneute. Il motivo? Il doppio uno sulla testa delle persone ricorda, appunto, le corna. Da qui l’11, praticamente un doppio uno, è diventata la festa de le crennèute. Peccato però che il Vescovo di Tours sia morto l’8 novembre e fu seppellito l’11 novembre.

Ma a risolvere l’amletico dubbio tra quale detto molfettese potesse spuntarla sull’altra, eccola la regina delle tavole molfettesi che mette d’accordo tutti: “Re frèttele”.

I panzerotti in italiano, le frittelle qui da noi. Apprezzate da enologi, amanti del vino, mariti felici e meno felici. Impossibile non apprezzarle, quest’oggi. E’ la prima vera occasione in cui le frittelle fanno capolino sulla tavola. E trovano spazio saperi forti, tipicamente molfettesi: u sprènzale, quella che nel resto del mondo chiamano cipolla, la ricotta forte.

E anche se l’autunno è tardato ad arrivare dal punto di vista delle temperature, il ricordo della festa dei cornuti, il buon vino novello e quell’odore fritto nell’aria ci conducono all’aria autunnale. Che qui a Molfetta equivale a scendere l’albero dal soppalco, a rispolverare le prime lucine, a pensare come realizzare il presepe.

Come è giusto che sia, prepariamoci a questo bellissimo clima natalizio e autunnale con una cosa per volta: per esempio, partendo da re frèttele. Come spuntino, come aperitivo, come pranzo o come cena. Accompagnate da un buon vino.

lunedì 11 Novembre 2019

(modifica il 28 Luglio 2022, 22:13)

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