Con la ricorrenza dell’Immacolata si inizia a respirare “aria di festa” che ci accompagnerà con le sue tradizioni, profumi, colori, luci, musica e folklore verso le festività natalizie.
Oggi, 8 dicembre, per le vie molfettesi si snoda, come di consueto, la processione dell’Immacolata Concezione che si venera nella chiesa di San Bernardino, una tra le più antiche chiese di Molfetta.
La chiesa di San Bernardino, infatti, fu edificata nel 1451, le fonti riportano che “…a sud est del Largo Porticella. La costruzione del complesso che comprendeva il convento, la chiesa, un chiostro con giardino ed un agrumeto” fu restaurata ed ampliata nel 1585 in seguito ai danni riportati durante il sacco di Molfetta del 1529. In quel convento trovarono dimora i Frati minori Conventuali o Zoccolanti per l’abitudine di calzare zoccoli di legno. Solo nel 1699 fu intitolata a San Bernardino da Siena.
Molte tradizioni sono legate a questa ricorrenza, la più conosciuta, era “La fèste de re zàite”, In questa occasione era d’uso scambiare ricordini e doni d’oro fra fidanzati, che partecipavano anch’essi alla novena accompagnati dalle suocere e da altri parenti. Era anche il giorno dell’ingresso ufficiale nella casa dei suoceri con il primo invito ufficiale a pranzo, un altro dono era fatto dalla suocera quella del “velo bianco” che doveva essere indossato durante la messa mattutina di questo giorno che, tuttora, è conservato dalle donne di una certa età che poi lo passano come testimone alle nuove generazioni.
Un detto molto legato a questo giorno era: “Alla Mécolate Irénd’a carrine òene annnétraie” (all’Immacolata trenta carlini sono maturati), per ricordare che si doveva pagare l’affitto della casa che veniva pagato, non mensilmente come avviene oggi, ma due volte all’anno a Natale e a S. Corrado (luglio).
Un’altra tradizione prevedeva che il corteo, seguitissimo dai fedeli una volta, venisse accompagnato dalle bambine in bianco che veniva chiamate le “vèrginèlle” che cantavano, accompagnate dalla banda, inni dedicati all’Immacolata.
Una tradizione, molto seguita anche oggi, è la Pia Pratica delle dodici stelle. Si tratta di una serie di preghiere e canti, da recitare al termine della Santa Messa serale, per tutti i dodici sabati che precedono l’inizio della Novena in preparazione alla Festa dell’8 Dicembre. Al termine della Pia Pratica, ogni sabato, una delle dodici candele, inizialmente spente, che circondano l’immagine della Vergine, è accesa, per indicare l’avvicinarsi della Festa in suo onore. Partecipano ogni settimana le varie confraternite e associazioni mariane.
Spesso in questa circostanza si usava mangiare frittele e rape, anche, se oggi questa tradizione viene spesso anticipata al giorno prima chiamata la vigilia dell’immacolata.
Prima la massa delle frittele veniva fatta in casa, c’è un aneddoto che racconta che per far lievitare meglio la massa impastata dalle massaie veniva posto sotto le coperte, qui entra in scena la leggenda o la credenza popolare, veniva sistemata nella zona del letto dove aveva dormito il marito per farla lievitare meglio.
Quante tradizioni e usanze ci sono state tramandate che il tempo e la modernità sta facendo scomparire.