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Al Liceo Fornari ospite Pinuccio Fazio, fratello di Michele, vittima di mafia

La Redazione
Pinuccio Fazio al Fornari di Molfetta
Quella di Michele Fazio, vittima innocente di mafia, è una storia che deve essere raccontata, gridata, ascoltata,perché tutti devono sapere, perché nel ricordo c'è speranza
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Il liceo “ Vito Fornari” di Molfetta, il 13 dicembre, ha spalancato le sue porte, si è illuminato ed è diventato porto che accoglie il grande “navigatore” Pinuccio Fazio e i numerosissimi ragazzi che hanno raccolto l’invito ad esserci, insieme ai loro genitori e ai loro insegnanti, alla loro preside. Come è giusto che sia.

E allora tutti in silenzio, tutti attenti,in ascolto. Quella di Michele Fazio, vittima innocente di mafia, è una storia che deve essere raccontata, gridata, ascoltata,perché tutti devono sapere, perché nel ricordo c’è speranza, nella condivisione del dolore un umano sentire che ci avvicina e ci stringe gli uni agli altri e ci rende famiglia, terra condivisa, sangue che scorre.

E ogni racconto riporta in vita chi quella vita non l’ha potuta vivere, in un eterno presente di assenza.

Mentre l’orchestra suona “Another brick in the wall”,i ragazzi del Fornari danno corpo e voce a tante vittime innocenti di mafia: Sergio Cosmai, Gaetano Marchitelli, Francesco Mizzi, Giovanni Carnicella, Raffaella Lupoli.

Michele Fazio prende vita dalle pagine del libro “ Il grido e l’impegno”, scritto da Francesco Minervini,e i reading riportano parole a volte dure come macigni, difficili da digerire perché ripercorrono l’accaduto che resta incomprensibile. Come si può morire a 15 anni, così, per errore? Come si trasforma il dolore in impegno? Come si sopravvive?

E Pinuccio Fazio fino ad ora attento osservatore, inizia a parlare. È un fiume in piena, racconta di Michele, del suo impegno che è ormai missione, racconta di mamma Lella, madre coraggio, di come a testa alta pieni di quella libertà che sola rende orgogliosi abbiano continuato a lottare, soli, per riaprire un caso archiviato troppo in fretta. Racconta dell’associazione, della sua Bari vecchia, parla di perdono e di riscatto. E noi tutti presenti, ci scopriamo ammaliati, affascinati dalla potenza di questo grande uomo, così vero, sincero, diretto,gli occhi diventano lucidi le mani strette a pugno. Michele è uno di noi si sente sussurrare nell’aria ormai immobile di un pomeriggio sospeso.

E gli abbracci a Pinuccio Fazio non si contano più. I ragazzi ringraziano, commossi, adesso sanno,e mentre la luce si spegne e l’androne del Liceo, prima gremito, lentamente si svuota, l’orchestra suona un ultimo brano di Fabrizio Moro:

“ci sono stati uomini che passo dopo passo hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno”.

Grazie Pinuccio Fazio. Michele, ora, siamo noi.

lunedì 16 Dicembre 2019

(modifica il 28 Luglio 2022, 20:52)

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