Attualità

Tra fede e moda, nasce “La Vergine” brand di Maria Isabella Sciancalepore

Angelo Ciocia
La Vergine
"Quando sono partita negli Stati Uniti avevo le medagliette della Madonna delle Grazie, oggi vengono regalate per l'acquisto di ogni mio capo. Nei momenti difficili mi sono sempre aggrappata alla fede"
scrivi un commento 2177

Mixare fede e moda, entrambe accomunate dalla parola passione, è la sfida, del tutto avvincente che è nella testa di Isabella Nina, al secolo Maria Isabella Sciancalepore.

Nata a Trani da padre molfettese, dopo il liceo socio psciopedagogico frequentato a Molfetta, si iscrive a lingue e inizia a viaggiare: Parigi, Nizza, Madrid, Ibiza, California, New York. In Puglia vanta legami a Bari, Gravina, per una ragazza che fa delle esperienze di vita il suo diktat.

“Sono meridionale, orgogliosamente pugliese, ho preso tanto da tante parti della Puglia. Se vivi sempre in un posto vedi un chilometraggio più a misura d’uomo: bisognerebbe parlare della forza del Meridione, non della divisione tra salentini e baresi, io vedo la forza nell’unità di una regione ma anche del Meridione in toto”, le sue parole.

Meridionale e orgogliosamente pugliese, come il suo progetto che, appunto, unisce fede e moda. Nasce così l’idea creativa “La Vergine”, progetto che ha toccato due continenti e più nazioni tra la fase di ideazione e quella di realizzazione.

“Dopo le mie esperienze fuori, sono rientrata in Italia e ho pensato di mettere su questo brand. Ho conosciuto persone nel mondo dell’imprenditoria a Barletta e ho parlato loro delle mie idee e delle mie collaborazioni avvenute negli Stati Uniti e grazie ad alcune persone ho avuto una spinta per partire con questo progetto – le parole di Maria Isabella Sciancalepore, che continua – Il progetto è nato davvero per gioco, non ho mai pensato nella mia vita di fare la stilista. La mia è semplicemente una passione, da ragazzina prendevo tessuti, componevo delle cose, non avevo la tecnica. Con il corso ho affinato tutto, anzi vorrei spendere una parola per l’istituto di moda di Molfetta, che prevede anche corsi serali: una scuola poco conosciuta e poco valorizzata. La mia coinquilina statunitense mi faceva complimenti e sosteneva che i miei capi avrebbero avuto successo in America. In Puglia ricevo contatti e parto dalla Valle d’Itria, dove peraltro sono di casa, infatti il brand è made in Valle d’Itria”.

E proprio dall’unione tra la sua costante di vita, le fede, e la sua passione, la moda, nasce questo brand che prende il nome di “La Vergine”

“Quando sono partita negli Stati Uniti avevo le medagliettendella Madonna delle Grazie. Oggi vengono regalate per qualsiasi acquisto dincapi del mio brand. In America mi sono detta, se dovessi tornare in Italia enrealizzare qualcosa di mio, lo dedicherei alla Vergine. Ho visto,nnegli Stati Uniti, gente che si rifugiava in maghi, slot machine, io nelnmedesimo periodo e nel medesimo mi luogo mi aggrappavo alla fede, un qualcosanche non fa male come la droga o qualche altra dipendenza – le parole di MarianIsabella, che prosegue – La Vergine è un progetto che nasce ad Ibiza, quandonlavoravo lì. Nasce per gioco, una persona crede nel progetto e i contatti sononin Valle d’Itria grazie all’artigianato locale, sarte della zona e vorrei chensi restasse sempre in questa dimensione”

E con l’anno che volge al termine, è impossibile non avere unonsguardo al nuovo anno, sinonimo di progetti e ambizioni futuri. “Continueròna esportare il progetto, vorrei aprire al mercato statunitense dopo averntoccato, in estate, quello di Ibiza. A Molfetta faremo una sfilata angennaio”, chiude l’ideatrice del progetto La Vergine.

venerdì 27 Dicembre 2019

(modifica il 28 Luglio 2022, 20:29)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti