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Petizione per intitolare una strada cittadina ad Alfonso Mezzina, raggiunte già mille firme

La Redazione
Alfonso Mezzina
Oggi, ad iniziativa di mons. Luigi Michele de Palma, direttore dell'Archivio Diocesano di Molfetta hanno fatto partire una petizione per intitolare una strada al tipografo molfettese per eccellenza
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Undici anni fa, e precisamente iln7 gennaio 2009, la città gli rese l’estremo saluto in una Cattedrale gremita dinamici e autorità civili e militari, con una solenne celebrazione esequiale connla benedizione finale del vescovo della diocesi mons. Luigi Martella,nappositamente rientrato da altra funzione. Angelo Alfonso Mezzina eranpersonaggio molto stimato per la sua onestà e il suo galantomismo, per la suanbottega notissima nella regione e invero molto frequentata, perchénnell’editoria era esemplare per i testi prodotti e i sentimenti di stima enamicizia che lo legavano a intellettuali e artisti che colà si intrattenevanonper via del suo amore per i libri, la sua riconosciuta maestria, il suonincoraggiamento e sostegno.

Oggi, ad iniziativa di mons.nLuigi Michele de Palma, direttore dell’Archivio Diocesano di Molfetta, e deinproff. Marco Ignazio de Santis e Pasquale Modugno, curatori di una impegnativanStoria di Molfetta – Dalle origini all’Ottocento, edita sempre dalla TipografianMezzina, è partita una petizione popolare diretta al Comune per lanintitolazione di una strada cittadina a Angelo Alfonso Mezzina, tipografo edneditore in Molfetta. La petizione ha registrato in pochi giorni già un migliaiondi firme. Primo a farlo è stato, in uno ai promotori, mons. Felice di Molfetta,ngià Rettore del Seminario Vescovile, poi vescovo di Cerignola e AscolinSatriano, al compianto legato da forte amicizia. Ma associazioni e comunincittadini si sono prontamente mobilitati. Quanti ancora abbiano intersse ansottoscriverla possono farlo presso la Tipografia La nuova Mezzina in vianSant’Angelo 23.

Nato a Molfetta il 3 luglio 1922,nAngelo Alfonso Mezzina lavorò da ragazzo e fino a diciotto anni con passionennella storica bottega tipografica di Vitantonio Picca in Corso Dante 13.nArruolatosi non ancora diciannovenne nella Regia Guardia di Finanza, svolsenservizio presso la Legione Territoriale di Venezia, la Legione Allievi di Romane poi aggregato alla 3a Compagnia del Battaglione di Coriza partecipando allenoperazioni di guerra nei Balcani, sul confine grecoalbanese e slavo-bulgaro.nDopo l’8 Settembre 1943, fatto prigioniero dai tedeschi, venne avviato nellanMacedonia Occidentale e poi in Germania nel campo di Neubrandenburg e indi neinlager di Dortmund e di Hagen. Rimpatriato, con l’arrivo dei reparti alleatinnell’agosto del 1945, ammalato e convalescente presso l’Ospedale Militare dinBari, nell’aprile del 1946 si congeda dalla Guardia di Finanza – alla qualenresterà sempre affettuosamente legato – con l’assegnazione per determinazionendel Comando Generale di Croce di guerra sia per il servizio militare che per lanprigionia in Germania. A Molfetta, rilevata la Tipografia di Vincenzo Picca, lanrinnova nelle attrezzature e nel personale e si trasferisce in via S. Angelon26, e poi nel ‘63 nella sede attuale, al n. 23 della stessa strada.

Essendo egli fervido sostenitorendi ogni iniziativa editoriale avente finalità culturali e sociali, lantipografia di “don Alfonso” (come chiamato da tutti) è spesso frequentata danillustri committenti: don Ambrogio Grittani, Gino Barbieri, Mons. AchillenSalvucci, Vincenzo Zagami, Beniamino Finocchiaro, Luciano Majorano, Enzo denCosmo, Gerardo de Marco, don Leonardo Minervini, Aldo Fontana, Orazio Panunzio,nLorenzo Palumbo, Giovanni De Gennaro, Mons. Felice di Molfetta Vescovo dinCerignola e Ascoli Satriano, e i Vescovi della Diocesi di Molfetta Mons. ToninonBello e Mons. Luigi Martella, e non ultima la scrittrice Rosaria Scardigno, anlui molto affezionata e che di lui – curatore ed editore di tutti i suoi librin- scrisse “anima riconoscente e saggia, dignitosa e nobile” e che a luinaffidava le sue ultime volontà.

Divenne mecenate di molti artistindella Terra di Bari, che sosteneva a proprie spese, pubblicandone operengrafiche e cataloghi: Nuovo, Salvemini, Iurilli, Poli, d’Ingeo, Dellerba,nSciancalepore, Allegretta, Paloscia, Zaza, Addamiano, e numerosi altri. Neln1971, su proposta di Aldo Moro, gli veniva conferita l’onorificenza dinCavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana; nel 1976 quella dinCommendatore al Merito della R.I., e nel 1986 la nomina a Cavaliere dell’Ordinendi San Silvestro Papa. Filantropo e sostenitore di tante associazioni enistituzioni cittadine (Università Popolare, Pro Loco, Avis, Confraternite,nFeste Patronali, Parrocchie, ecc…), ha offerto per decenni in comodatongratuito propri locali all’Associazione Finanzieri di Molfetta. L’ANFInintitolava la sezione di Corso Dante al suo nome nel settembre del 2012, anpochi anni dal decesso avvenuto nel 2009.

Negli Studi in Onore di AngelonAlfonso Mezzina, a cura di Mons. Luigi Michele de Palma per i “Quadernindell’Archivio Diocesano di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi”, il prof. MarconIgnazio da Santis così conclude nella sua introduzione: “Angelo Alfonso Mezzinannon solo è uno degli stampatori pugliesi più assidui nella produzione, che èngià un grande merito, ma, in particolare per la sua Città, è il rappresentantenpiù degno dell’editoria e dell’arte tipografica molfettese. Anzi è il tipografondi Molfetta per antonomasia”.

giovedì 13 Febbraio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 18:44)

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