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Un mare di abbracci per sentirsi uniti: i disegni speciali di Vittoria Facchini

Pasquale Caputi
L'abbraccio di Vittoria Facchini a Molfetta
L'artista molfettese da giorni sta pubblicando una serie di disegni sulla sua pagina Facebook e Instagram: "Chiudo gli occhi e li realizzo. Provo a lanciare energia"
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In tempi di assenza anche un disegno può essere un abbraccio. Può esserlo sotto il profilo della forma e della sostanza. Può esprimerlo su un foglio o rappresentarlo automaticamente. È la convinzione (in realtà quasi un umanissimo bisogno) di Vittoria Facchini, illustratrice molfettese che ha fatto dell’arte la sua vita, e che in questi giorni paradossali ha deciso di tracciare qualcosa che vale più di un segno per i bambini (suo pubblico prediletto) ma anche per gli adulti.

L’ha fatto attraverso le sue pagine social, sia Instagram che Facebook. Quelle pagine che magari non ama, dalle quali spesso e volentieri fugge, ma che oggi costituiscono un valore aggiunto: le persone, grazie alla tecnologia, riescono in qualche modo a sentirsi vicine.

«L’idea non è nata da me – ammette Vittoria Facchini – perché non sono social né mi sento competente in tecnologia. Anzi è una categoria rispetto alla quale sono fortemente riottosa. Ma alcune mie carissime amiche (penso a Elena e a Francesca che assai, assai ringrazio) mi stanno dando una mano, convinte che i miei disegni “storti”, “sghembi”, “perennemente inciampanti” possano essere utili. Penso ad Annalia Solimini e al suo grandissimo, sferzante amore per i miei “pupazzi tuoi”, come li chiama lei. Sta curando il mio canale Instagram, mi invitava a fare qualcosa e abbiamo deciso di cominciare».

Quello dell’abbraccio era un tema che Vittoria sentiva e sente particolarmente suo. “Un’urgenza umana”, la definisce, nata ben prima della diffusione degli hashtag a riguardo. «Ero appena uscita dallo studio – prosegue Vittoria – e Giulia, preziosa amica, passava di là al volo. Di solito ci salutiamo in modo affettuoso, caldo. Invece l’abbiamo fatto da lontano e ci abbiamo quasi scherzato su. Al di là del sorriso esterno, quel saluto mi ha generato un dolore profondo, nel cuore. La mancanza del tatto è quasi invalidante, soprattutto per noi meridionali».

È così che Vittoria Facchini si mette in moto. Inizia a disegnare i primi abbracci. Lo fa in bianco e nero, proprio lei che ama il colore, che dal colore parte per raccontare le sue amatissime storie. Disegna senza guardare il foglio, anzi il tablet (che lei usa poco, ma che in situazioni di emergenza assume il senso di una tavolozza virtuale, rivelandosi amico e stretto collaboratore). «Chiudevo gli occhi e guardavo al cielo – prosegue – cercando di attingere a energie speciali per dire a me stessa e a tutti che ce la possiamo fare. Ecco, prima che un abbraccio disegnato, è stato un abbraccio di pensieri».

Arriva il primo disegno, poi il secondo, poi tutti gli altri, rivolti a persone diverse: agli operatori sanitari, ai dottori, ai loro angeli, a chi sogna, oppure semplicemente a tutti quanti. Anche alla sua città, a Molfetta. Immancabile l’invito ai più piccoli, direttamente dalla pagina Facebook, a scaricarli, stamparli e colorarli. Per ricordare una cosa, scontata solo in apparenza: stare con le persone è un bisogno. Vitale.

È per questo che la Facchini non parla di vera volontà, di idea sottesa alla realizzazione di quei disegni. «Non vado nemmeno a guardarli – racconta – e non so nemmeno se siano piaciuti. Ho solo voluto lanciarli come catalizzatori di energia». Eppure quei pupazzi strani, contraddistinti dai tipici segni spezzati e acuti stanno facendo non solo riflettere, persino divertire. E allora, visto che il sorriso può essere assurto a valore universale, proprio come l’abbraccio, tanto vale continuare. «Il pensiero delle persone sole e delle famiglie in difficoltà mi sta dando alla testa – conclude – e la conta dei morti mi uccide. Se qualcuno sorride con i miei disegni, mi sono detta che avrei dovuto lanciare questo seme energetico. Ho chiuso gli occhi e mi sono tenuta indietro: era un bisogno, non un’abilità. Un momento di preghiera».

venerdì 20 Marzo 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 17:16)

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