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Exprivia e la “nuova normalità”. Sebastiano: “La via da seguire è l’innovazione”

Adriano Failli
Giovanni Sebastiano
Tra smartworking, regole per mantenere il distanziamento e una stretta collaborazione con il pubblico, l'azienda si prepara a superare il lockdown
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L’inaspettata crisi di questi tempi non ha lasciato impreparati tutti. Tra le imprese molfettesi, c’è chi ha saputo utilizzare al meglio la propria capacità di innovare anche durante l’emergenza. Tra queste, impossibile non citare Exprivia Italtel, vera e propria punta di diamante tra le realtà imprenditoriali del nostro territorio, che in pochissimo tempo ha riorganizzato la propria forza lavoro attraverso modalità di smartworking, già fortemente centrale nell’ambito della progettazione di un welfare aziendale all’avanguardia.

Abbiamo ascoltato Giovanni Sebastiano, responsabile di Strategy and Investor Relation di Exprivia che ci ha raccontato come l’impresa sta vivendo queste settimane di lockdown: “Ci occupiamo di information technology e di telecomunicazioni, questo, rispetto alle difficoltà che sta ponendo l’emergenza Coronavirus in altre realtà produttive, ci ha consentito di accelerare sul piano aziendale, che prevedeva già una forte implementazione delle modalità di lavoro agile. Una volta che ci siamo trovati in emergenza abbiamo spinto sull’acceleratore, trasferendo più del 90% della popolazione aziendale in smartworking. Parliamo di circa 1900 persone in Exprivia e circa 1200 in Italtel. Lo abbiamo fatto creando una task force guidata dal presidente Domenico Favuzzi”.

Se le prime settimane sono state molto frenetiche, soprattutto per i rapidi adeguamenti alle disposizioni normative e ai repentini cambi di posizione del governo, l’azienda ha poi trovato una nuova stabilità, con ottimi feedback rispetto alle modalità di lavoro alternativo, ottenuti attraverso la somministrazione di un sondaggio sottoposto a tutti i dipendenti: “Siamo riusciti nella quasi totalità delle situazioni a garantire livelli di produttività efficaci – afferma Sebastiano – Questo nonostante le diverse esigenze dei clienti, che non hanno mai rinunciato alle nostre prestazioni lavorative”.

Adesso si guarda allo step successivo che per Exprivia non si concretizzerà in una vera e propria “fase 2”: “Non siamo fra i settori produttivi che hanno dovuto chiudere, essendo esentati dal decreto del 22 marzo – prosegue Gianni Sebastiano – Non abbiamo dunque affrontato una vera e propria fase di lockdown, non abbiamo mai chiuso, ma avevamo in sede il numero minimo di dipendenti, ad esempio operatori della reception o sistemisti. Ora ci apprestiamo a vivere una nuova normalità. Dovremo convivere con mascherine, ridurre gli spazi di socialità, limitare i contatti fisici e umani, regolare le pause caffè con i colleghi e garantire riunioni nei limiti del distanziamento. Per questo stiamo definendo le procedure e un decalogo di comportamenti che i dipendenti dovranno adottare. Sarà una nuova normalità che ci dovremo inventare”.

In queste settimane, Exprivia ha poi rafforzato la propria collaborazione con la pubblica amministrazione, che si è ritrovata in tempi brevi a spingere fortemente verso un processo di digitalizzazione atteso da tempo: “Abbiamo riscontrato un rinnovato interesse da parte delle p.a. per la potenzialità degli strumenti delle tecnologie di comunicazione. Ad esempio i sistemi di videoconferenza hanno avuto un grande successo, il Comune di Molfetta ha utilizzato gli strumenti del colosso CISCO, di cui noi siamo implementatori, per la seduta del Consiglio Comunale di marzo. Altro settore su cui abbiamo investito è la telemedicina: finalmente la Sanità si è accorta di quanto sia importante preservare gli ospedali dall’intasamento di chi è soggetto a peculiari patologie. Ci si è resi conto che è possibile monitorare lo stato di salute dei pazienti direttamente da casa. Un’altra forma di innovazione utilizzata dagli enti pubblici è stata quella dei sistemi di intelligenza artificiale basati su impulso vocale: si tratta di bot che tramite interazione vocale spiegano, ad esempio, varie disposizioni regionali e comunali”. Anche qui, il Comune di Molfetta è stato capofila nell’implementazione di queste tecnologie dotando il proprio sito istituzionale del vocal assistent “Rita”. Exprivia, dunque, rinsalda il proprio rapporto con le istituzioni locali e non: “Siamo stati in prima linea nel supportare il mondo pubblico che si è finalmente reso conto che grazie alle tecnologie è possibile evitare di fermare la propria attività”.

Se da un lato la collaborazione tra eccellenze private ed enti pubblici ha portato a un’accelerazione verso una maggiore efficienza, dall’altro per Gianni Sebastiano la crisi sta tirando fuori alcuni storici nodi rispetto alla nostra organizzazione delle istituzioni dello Stato: “In Italia ci siamo accorti oggi di quanto sia importante un coordinamento centrale dell’emergenza – commenta – Spesso i provvedimenti venivano interpretati diversamente o superati dalle Regioni e dai Sindaci. Il sistema decentrato ha rischiato la crisi. La divisione di competenze tra Stato centrale, Regioni e Comuni ha complicato la gestione dell’emergenza”.

Rispetto al futuro, chiediamo a Sebastiano se nel post-crisi ci sarà maggiore spazio per lo smartworking, se può davvero essere una modalità di lavoro alternativa o quali potrebbero essere i rischi dell’eventuale abuso di questo strumento: “Per noi lo smartworking non è stata una novità e certamente non torneremo indietro. Non avremo tutta la popolazione aziendale in casa, lo smartworking non è una modalità sostitutiva alla presenza in ufficio. C’è il rischio di creare alienazione; la relazione umana è fondamentale nel rapporto di lavoro, per la creatività all’interno del processo produttivo. Tuttavia non rinunceremo e non torneremo indietro rispetto alle prospettive che il telelavoro può offrire, anche quando la crisi dovesse rientrare. E’ senza dubbio una modalità essenziale nel facilitare la gestione della sfera privata e familiare. Chiaramente poi i processi organizzativi vanno cambiati, il modo di coordinare le persone che sono in casa e misurare la performance”.

Il futuro è dunque tutto da scrivere, per costruire quella “nuova normalità” a cui fanno cenno i leader di Exprivia e che sarà una tappa intermedia prima di poter tornare a vivere a pieno la nostra vita e immaginare un altro mondo dopo la crisi che stiamo vivendo.

lunedì 27 Aprile 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 16:02)

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