In tv, alla radio e sui giornali, sono decine gli esperti che ci parlano di questo, ormai ben noto, Coronavirus. Ce lo spiegano virologi di fama mondiale, politici, opinionisti discutibili ed anche medici. Insomma, chi più ne ha, più ne metta.
Ma se fosse un bambino a spiegarlo a noi? Come sarebbe?
Sarebbe una canzone.
Avrebbe un testo schietto ed innocente ma al tempo stesso disincantato, fatto di parole semplici: quelle di chi guarda il mondo col naso all’insù.
E’ il caso del piccolo Mattia: 5 anni ed uno sguardo furbetto.
Come molti altri bambini molfettesi, Mattia sta trascorrendo questo delicato periodo restando a casa insieme ai suoi genitori.
“Ci inventiamo quotidianamente qualcosa di nuovo da fare – spiega Angela Silvestri, mamma di Mattia – così da evitare di trascorrere tante ore davanti al cellulare o al computer”.
E’ proprio da questo ricercare, ogni giorno, nuovi modi per scacciare la noia, che è nata l’idea di scrivere una canzone: una musica che parli direttamente al tanto temuto Coronavirus.
“Baci e abbracci non li dare, perché è saggio rimandare […] Vuole solo farci tanto male, perché lui è un virus letale” – suona così l’incipit del brano che il piccolo Mattia intona sulle note della famosa canzone “Soldi”, di Mahmood.
Rime semplici ma efficaci che coinvolgono per la loro tenerezza.
Così, grazie alla canzone realizzata con l’aiuto dei genitori, Mattia diventa “portavoce” di un messaggio allegro ed insieme consapevole. Un messaggio che viene accolto con simpatia dal pubblico di internet, quando la mamma del bambino decide di pubblicare un video dell’esibizione amatoriale, sul proprio profilo Facebook.
“Ho pensato di diffonderlo perché credo sia utile e simpatico – afferma Angela Silvestri – è importante dar voce ai bambini”.
Una voce, quella di Mattia e di molti altri bambini, che ci ricorda quanto sia importante, alle volte, imparare ad ascoltare il modo, che i più piccoli hanno, di guardare il mondo.
“Prima o poi te ne dovrai andare – canta alla fine Mattia, rivolgendosi proprio al virus – e noi ci potremo riabbracciare”.
A noi non resta che incrociare le dita, nell’attesa che le parole del piccolo Mattia, si trasformino in realtà.
Ma ne siamo certi: presto ci riabbracceremo.