Dopo il lockdown, la vita piano piano torna a movimentarsi ed ecco che fanno capolino le parole “movida”, “discoteca”, che, come abbiamo preannunciato alcuni giorni fa, dovrebbero vedere nuova vita nelle prossime settimane. A una generazione vengono subito in mente ricordi di una passata gioventù, quando Molfetta pullulava di giovani che oggi hanno qualche capello bianco ma, anche eterni adolescenti. Qualcuno non a caso li ha ribattezzati “forever young”.
Parliamo degli anni ‘80 e ‘90, anni che, da chi li ha vissuti, sono considerati stupendi, meravigliosi e inarrivabili, una generazione ormai negli “anta”.
Gli anni del “suono il campanello e scendi”, in cui lo smartphone era roba da extraterrestri e con poche lire compravi un trancio di pizza in zona villa, un ritrovo fisso per una generazione intera. Il sabato andava in scena l’eterna sfida tra “maschi” e “femmine”, alla fine si finiva sempre con le sfide “miste”. Ma anche amori che nascevano sotto sguardi innocenti davanti a un trancio e una lattina di coca cola. Erano gli anni in cui si stava per ore al telefono con la migliore amica o il miglior amico a “spettegolare”. Funzionava come nei social di oggi, sotto lo sguardo minaccioso delle mamme e dei papà. I lunghi corteggiamenti erano gestiti con “gli sguardi” e con “l’ambasciatore” di turno.
Molfetta era una città che aveva la sua “movida” che quei ragazzi ricordano ancora. C’era la movida del “fai da te” fra le mura amiche o nei box e ville della periferia dove spesso “le cotte” sfociavano nel lento, le ragazze aspettavamo la dichiarazione in modo romantico, come nel film “Il tempo delle mele”. La scena in questione è quella in cui, nel corso di una festa, Mathieu si avvicina a Vic (Sophie Marceu) coprendole le orecchie con delle cuffie nelle quali si sente la celebre canzone prima che i due comincino a ballare e sfociano nell’amore.
Erano i tempi in cui sorgevano i circoli privati e nascevano le prime discoteche nella nostra città. La prima nacque sul lungomare molfettese verso la fine degli anni ‘70 poi, a rione Paradiso il Geo Club e ancora “Futura” nel vicolo Catecombe che avevano le sedi estive al lido Nautilus e al Nettuno. Per chi voleva uscire fuori c’era il “Boomerang” a Bisceglie oppure ci si spostava al “Celler” e allo “Snoopy” a Bari ed infine al “Bla Bla” di Barletta oppure al “Jubilee” di Corato. Nasceva poi una delle discoteche più famose della zona: il “Divinae follie”, prima del declino e della chiusura ma che negli ultimi tempi, prima del “covid-19”, era attesa a una nuona vita. Qualcuno ricorda ancora il bus navetta, e non si faceva l’alba.
Quanti amori e amicizie sono nate su quelle piste. Ora tutto questo non c’è più, o almeno è molto cambiato. Sono cambiate le generazioni, e i giovani di ieri sono i papà e le mamme che attendono con ansia il rientro dei loro figli. Sono le volte in cui ci si accorge allora come il tempo è passato. Forse è un altro capitolo di storia sociale che andrebbe raccontata, intanto ritorniamo alla vita normale e poi si parlerà di tutto questo sperando che al termine del tunnel si intraveda la luce e si torni alla vecchia sana “movida”. Ovviamente in sicurezza e rispettando le regole.
1959 cero. Paolo